bbiamo chiesto alla comunità del Cuor di Maria di raccontare l’esperienza della loro presenza nel territorio di Schio (VI), come testimonianza di una fase “matura” della vita, quando apparentemente non ci sono tante cose da offrire, ma in realtà rimane invece il frutto essenziale, la sapienza, purificata dalle stagioni del tempo percorso.
La primavera fa sognare, è una promessa, l’estate fa gustare la realizzazione avvenuta, l’autunno dona la pienezza, è il tempo del dono, del tutto di sé.
L’estate contempla la lenta maturazione dei frutti, che cambiano aspetto di giorno in giorno; ma è anche il tempo del timore, perché può sempre arrivare qualche tempesta improvvisa e rovinare tutto.
L’autunno gode invece della maturazione avvenuta, nell’esplosione dei colori in un arcobaleno a tinte calde. Questo succede nelle stagioni, così capita nella vita. Vi è una stagione che può rassomigliare all’autunno dell’esistenza; essa può dare l’immagine di qualcosa che sta tramontando, e che conduce con estrema lentezza verso un futuro dove si realizzerà il passaggio definitivo, che dirà addio alla stagione migliore. Per questo si sente la necessità di indugiare, quasi contemplando la piena maturazione dei frutti, attesi con pazienza e determinazione e, guarda caso, sembrano anche molto più abbondanti di quanto si poteva sperare. Questo non tanto per gloriarsene, ma per gioire assieme ad altri e stupirsi del lavoro fatto dal Real Contadino nella tua terra, se si è mantenuta docile. Non c’è e non ci deve essere paura di questo periodo. Gesù non mette paura, anzi la toglie; non rimprovera, tranquillizza. Gesù conferma la sua condizione divina: “Sono IO”, ma poi aggiunge immediatamente: “Non abbiate paura!” (Gv 6,20).
Contemplando questa realtà, ci si accorge che il modo di pensare, giudicare, vedere e ascoltare di adesso non è più quello di prima, quando prevalevano colori, frenesia, progetti, tumulti di affetti, luci che potevano anche abbagliare; ora tutto è ridimensionato, collocato nella giusta posizione. Ed è così che ci si scopre con una qualità in più arricchita nei tempi: la saggezza, che colora il nostro fare e il nostro dire, facendoci anche dono di un ascolto profondo e molto arricchente. E’ come passare da un gradino all’altro, vedendo cambiare l’immagine del mondo, nel quale la storia arriva filtrata da un velo.
Osservandolo meglio, ci si accorge che quest’universo di tinte delicate può nascondere contrasti, asperità e rugosità profonde. Dietro l’apparente armonia si fa luce la complessità dei rapporti umani, imbrigliati a volte in modelli sociali immutabili, in ordini gerarchici che devono essere rispettati con stretta disciplina, ma non incidono più di tanto nel cuore di chi sente che tutto ha un solo e profondo significato: vivere in pienezza il momento presente.
Ed è proprio in questo orizzonte che si colloca con discrezione e rispetto la presenza della nostra comunità di Suore Orsoline a Schio. Nel nostro quotidiano avvertiamo vicina una Presenza costante e consolatrice, che sorregge e fa superare ogni difficoltà attraverso un Amore più grande, più intenso, più profondo, meno appariscente, che relativizza ogni situazione di vita e la fa amare. Ed i frutti del nostro autunno possono diventare “gustosi” e aiutare altre persone a gustare la vita anche quando le situazioni, l’età o la malattia rendono impegnativo il cammino.
Uno dei frutti che riteniamo fondamentale è la testimonianza della nostra vita, vissuta nel dono e nella fedeltà a Cristo e a servizio della chiesa in ogni luogo e in ogni tempo. Anche nelle sorelle che con maggior fatica possono svolgere attività esterne di servizio, si nota tutt’oggi il senso vivo della dimensione apostolica che in modi e in attività diverse esse esprimono. La testimonianza si manifesta anche nella preghiera: la dimensione orante raccoglie le problematiche della chiesa e del mondo, e le presenta al Signore della vita. Non solo la preghiera liturgica della comunità, ma anche la preghiera condivisa con i vicini di casa: nei mesi di maggio e ottobre infatti accogliamo in comunità un gruppo di donne per la preghiera del rosario. Sono momenti condivisi da tutta la comunità e vissuti con molta gioia e fedeltà. Sono appuntamenti che poi durante l’anno continuano con scambi di visite nelle case, per un saluto o semplicemente per … un caffè!
Non manca tuttavia la presenza nelle attività della pastorale parrocchiale da parte di alcune di noi, l’impegno come ministri ausiliari dell’eucaristia, dimensione di specifica vicinanza alle persone, in quanto porta alcune sorelle a visitare settimanalmente persone ammalate e anziane.
Come la varietà e la bellezza dei frutti e dei colori che la terra ci offre ci porta a benedire e lodare il Signore, così gli anni della nostra vita, ricchi di sapienza e di fecondità, annunciano le sue meraviglie, che con molta semplicità a volte riscontriamo in una visita, in uno scambio, in un incontro fortuito con una persona.
Si dice che ad una certa età si diventa invisibili, praticamente inesistenti agli occhi di un mondo che apprezza solo l’entusiasmo e l’impeto degli anni giovanili. La nostra vita ci porta invece ad essere maggiormente consapevoli della bellezza dell’esistenza, del “prendersi sul serio fin dall’inizio” che non tradisce mai, da protagoniste responsabili di una vita donata solo al Signore. Il passare degli anni aiuta a vedere con lucidità quello che si vive senza false paure. Ci si scopre sempre più creature fragili e deboli, ma questo non toglie nulla alla grandezza della opera che Dio realizza con le nostre fragilità. La fiducia forte in Colui che ci cammina appresso (e che a questa età fa con delicatezza somma…) ci aiuta a capire che ognuna di noi può permettersi il lusso di essere imperfetta, di sbagliare qualche volta, di non essere capace di rispondere pienamente alle attese altrui, senza abbattersi e senza pretendere da noi e dagli altri quello che non siamo capaci di dare o di fare.
L’autunno è una stagione bella, da amare quanto le altre e forse anche di più delle altre, con le sue splendide tonalità di giallo e arancio, rosso e azzurro, la luce del sole più viva, il tepore che scioglie la brina del mattino: ed emergono dai nostri ricordi le immagini dei paesi che, passata l’arsura con i pesanti lavori di campagna dell’estate, riprendevano una vita più “rallentata” nelle vie.
Una stagione come questa non può che avvicinarci agli altri ed a noi stessi, renderci consapevoli di cosa conta veramente nella vita, e spronarci ad esser grati di tutto quello che ci spetta da vivere e da contemplare ancora in serbo per noi.
Lo esprime il bellissimo salmo 92,15: “nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno vegeti e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore: mia roccia in Lui non c’è ingiustizia”.
E’ bello dunque, a questa età, apprezzare la vita per quello che è, senza pretendere che sia diversa. E questo permette di sprigionare in noi la forte spinta di non sottrarsi a donare ancora tanto, mettere a disposizione tutti i doni che il Buon Dio ci lascia ancora con lucidità di mente e con passione nel cuore. La vita che Dio ci ha data è nelle nostre mani e non sono gli altri che ce la devono gestire: la responsabilità è tutta nostra, con la consapevolezza di renderci responsabili di quello che abbiamo e che possiamo dare con l’aiuto di Colui che è sempre stato la meta del nostro itinerario. Lui ci ha sempre guidate, ci ha messo sempre sulla bocca le parole giuste, fino a stupirci continuamente, ci ha condotte per mano, e ci fa accettare anche umilmente, nel momento del bisogno, una mano amica. E questo, come diceva Herman Hesse, si impara: “È facile esser giovane e agire bene, e tenersi lontano da ogni meschinità; ma sorridere, quando già rallenta il battito del cuore, questo va appreso”.
La comunità “Cuor di Maria” – Schio