Il filo conduttore delle letture di questa terza domenica di Avvento è la gioia. La prima parola tratta dal profeta Sofonia è proprio “Rallegrati”; nel salmo ripetiamo “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.” San Paolo ci esorta a stare “sempre lieti nel Signore” … e nel Vangelo? Nel Vangelo non si parla di gioia, non direttamente almeno. Troviamo invece ripetuta per tre volte la stessa domanda: “Che cosa dobbiamo fare?”. Sembrerebbe una domanda in linea con la nostra mentalità, le nostre quotidianità: siamo sempre di corsa, molto preoccupati e impegnati su tanti fronti. Il cuore però ci riporta sempre al desiderio di felicità, di gioia; ci chiede sempre il senso del nostro fare.
Ho chiesto aiuto ai bambini e bambine, sia i miei (nostri) figli che i miei alunni a scuola e le risposte suonavano così: “la gioia è un sentimento che fa brillare gli occhi”, “è dare tanti bacini”, “è prendere un bel voto”, “è stare con gli amici”, “è aiutare un compagno”, “è giocare insieme”, … si sa che i bambini sono molto concreti, così come concreto è Giovanni il Battista quando risponde alle folle, ai pubblicani, ai soldati. Sembra quasi ricordarci che è nel quotidiano, nella concretezza di ogni giorno che possiamo giocarci la nostra gioia facendo scelte di giustizia, pregando il Signore, testimoniando il Suo Vangelo.
La gioia quindi non è “solo” un sentimento, un’emozione che si prova, ma sembra essere di più: un dono che ci è dato e la nostra scelta di coltivarlo e custodirlo come un bene prezioso. Come non ricordare il Vangelo di domenica scorsa? “Rallegrati Maria, piena di grazia, il Signore è con te”: la grazia nella Scrittura è la gioia e Maria ne è piena perché Il Signore è con lei e la sua risposta di fiducia, accoglienza e abbandono permette che questa gioia riempia la sua vita. Significa allora che non soffrirà mai? Che non c’è dolore e sofferenza nelle nostre vite? Assolutamente no. La nostra fragilità umana resta, così come il male MA la Scrittura ci ricorda che il Signore è un salvatore potente (Sof 3,13) nell’amore, che noi siamo chiamati alla vita, all’amore e alla gioia per sua grazia. “Ve lo ripeto, siate lieti (…) in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti) (Fil 4,4-6). La preghiera è scegliere di non voler fare tutto da soli, ma affidarci al Padre che mai ci abbandona, è dare senso alle nostre fatiche, è cogliere il giusto ordine delle priorità, è non farci appesantire il cuore, è riconoscere che siamo Sue creature e che ci vuole felici in Lui e con Lui.
Mi sono chiesta anch’io comunque cosa sia la gioia e l’immagine che mi è venuta in mente è quella bianca casetta che madre Giovanna aveva in sogno e che io e Luca abbiamo fatto nostra, a modo nostro e a modo del Signore. La gioia è dono di sé. La gioia è scelta. Buon cammino!
Stefania Zanini