Chiamati a essere chiesa sempre più sinodale

12
Dic

La testimonianza di suor Marilia, tra la fase diocesana di ascolto in Brasile e l’apertura dell’assemblea generale sinodale a Roma

Il processo sinodale ha avuto inizio nel 2021, quando papa Francesco ha convocato un percorso di ascolto profondo dello Spirito nelle realtà della storia, a partire dalla base, dalla vita concreta di tutti i fedeli, di tutti i battezzati nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle nazioni e poi a livello continentale. Ha chiesto alle chiese: “Come stiamo camminando insieme e come lo Spirito può aiutarci a migliorare questo cammino della chiesa nel terzo millennio?”. L’aspetto più bello è che tale domanda doveva essere rivolta a tutti, ai membri delle nostre comunità cristiane e anche a coloro che per diversi motivi non sono nella chiesa, non la frequentano: l’ascolto doveva superare i limiti delle nostre consuete realtà.

Io ho partecipato in Brasile alla fase diocesana del sinodo come vero momento ecclesiale di comunione: mi sono sentita unita spiritualmente a tante persone sconosciute, ma in Cristo sorelle e fratelli. In quanto agente di pastorale ho ascoltato anche le donne che nel mio paese chiamiamo “professioniste del sesso”, le quali hanno dato volentieri il loro contributo. Questa fase dell’ascolto, ricca e stimolante, mi ha arricchita ed entusiasmata a continuare nel processo sinodale che poi è passato alla fase continentale. Dalla sintesi dei documenti finali delle assemblee continentali si è arrivati all’Istrumentum Laboris concludendo la prima fase del sinodo “Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”.

Credo che il dono più bello di questa prima fase del sinodo sia stata la presa di coscienza che la nostra identità e vocazione è diventare una chiesa sempre più sinodale: camminare insieme per diventarne veramente discepole/i e amiche/i del Maestro e Signore, vivere l’unità che abbraccia la diversità senza schiacciarla, perché fondata in Dio, nella confessione della stessa fede.

La tappa universale del sinodo è iniziata il 4 ottobre 2023, in Vaticano, e si estenderà fino alla fine dello stesso mese. E qui voglio condividere con voi la mia esperienza ed i miei sentimenti di essere a Roma e vivere questo evento in presenza. Ritengo che il Signore nel suo amore e nella sua provvidenza guidi i nostri cammini; nella sua bontà mi ha condotta nel ritornare a Roma, circa vent’anni dopo aver concluso l’itinerario di studi teologici, proprio nel momento dell’apertura della 16ª Assemblea generale del sinodo dei vescovi. Sì, sono arrivata tre giorni prima e ho potuto partecipare alla veglia di preghiera ecumenica intitolata “Together – Raduno del popolo di Dio” il 30 settembre in Piazza San Pietro. Molti giovani di diverse religioni hanno risposto all’invito del papa a venire a pregare per la chiesa cattolica e ad affidare i lavori dell’assemblea sinodale allo Spirito Santo; dal 29 settembre sera sono arrivati a Roma da diverse parti d’Italia e d’Europa e sono stati accolti nelle parrocchie della città. La nostra comunità religiosa ha dato ospitalità a due ragazze cristiane delle chiese protestanti della Riforma: Svenia, che veniva dalla Germania e Barbara proveniente dalla Svizzera, dal cantone di lingua tedesca. Barbara è già pastora mentre Svenia studia teologia per diventarlo; con semplicità hanno condiviso con noi momenti di preghiera e di scambio dei percorsi di fede. Neppure la nostra incapacità con le lingue (l’inglese e il tedesco) è stata di impedimento al dialogo; ognuna a suo modo è riuscita a farsi capire. Questo è molto bello perché il desiderio di condividere la vita di fede è dono dello Spirito!

Ci siamo trovati tutti in Vaticano per la veglia promossa dalla comunità ecumenica di Taizè e preparata dai giovani tra i 18 e 35 anni. Quanti visi, esperienze, storie ed espressioni di fede riunite in quella piazza! Rappresentanti di tutte le confessioni cristiane raccolti in preghiera insieme, come popolo di un unico Dio, uniti nella fede in Cristo e mossi dallo Spirito di unità. Mi ha colpito in modo straordinario il fatto che papa Francesco fosse seduto all’altezza del popolo, rivolto alla croce di san Damiano, verso la Parola di Dio, insieme ai leader di diverse chiese cristiane: ortodossa e anglicana, ma anche pentecostali, battisti, valdesi, luterani, assiri… un momento storico di comunione indimenticabile, in cui erano presenti come pastore anche due donne, tra i tanti uomini ai vertici delle diverse confessioni cristiane. Abbiamo adorato insieme Cristo sulla croce, affidato i lavori dell’assemblea sinodale allo Spirito Santo e ricevuto una benedizione comune.

Tutti i partecipanti dell’assemblea sinodale, dopo questo momento speciale di preghiera, sono andati a Sacrofano in ritiro spirituale fino al 3 ottobre, ritornando a Roma il 4 ottobre per la solenne apertura del Sinodo, con la santa Messa presieduta da papa Francesco e concelebrata dai nuovi cardinali e dal collegio cardinalizio davanti a circa 25 mila fedeli.

Che gioia grande e quanta gratitudine a Dio per il fatto di essere presente anche in questo momento in piazza san Pietro, ed esserci in modo consapevole, inteso come volontà di poter offrire il mio contributo, di creare dialogo, di essere in relazione e creare condivisione.

Nell’omelia papa Francesco ha rivolto a tutti i fedeli, e in particolare ai partecipanti dell’assemblea sinodale, l’invito a camminare insieme partendo “dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente […] uno sguardo capace di vedere oltre”.  Ho sentito in queste parole una vera convocazione a guardare gli eventi storici attuali, segnati da conflitti crescenti, di diversi ordini di grandezza e prospettive, con “lo sguardo di Gesù”. Il nostro contesto, segnato dalle guerre, dal terrorismo, dalle chiusure delle frontiere, dalle polarizzazioni di posizioni e idee, dagli interessi economici, dalle divergenze culturali e politiche impone uno sguardo misericordioso e accogliente perché la speranza continui ad animare i cuori.

Voglio concludere questa condivisione invitando tutti, ogni battezzato, ogni chiesa particolare, a coltivare l’unità e la comunione, l’ascolto ed il dialogo che abbiamo “respirato” in questi eventi. Continuiamo a partecipare attivamente a questo momento importante della nostra chiesa unendoci nella comunione della preghiera e nell’invocazione insistente dello Spirito Santo, il vero “protagonista del Sinodo”, perché guidi coloro che sono riuniti in assemblea nel discernimento di ciò che il Signore chiede oggi alla sua chiesa.

Suor Marilia Poleto

 

La testimonianza di suor Marilia, tra la fase diocesana di ascolto in Brasile e l’apertura dell’assemblea generale sinodale a Roma

Il processo sinodale ha avuto inizio nel 2021, quando papa Francesco ha convocato un percorso di ascolto profondo dello Spirito nelle realtà della storia, a partire dalla base, dalla vita concreta di tutti i fedeli, di tutti i battezzati nelle famiglie, nelle parrocchie, nelle diocesi, nelle nazioni e poi a livello continentale. Ha chiesto alle chiese: “Come stiamo camminando insieme e come lo Spirito può aiutarci a migliorare questo cammino della chiesa nel terzo millennio?”. L’aspetto più bello è che tale domanda doveva essere rivolta a tutti, ai membri delle nostre comunità cristiane e anche a coloro che per diversi motivi non sono nella chiesa, non la frequentano: l’ascolto doveva superare i limiti delle nostre consuete realtà.

Io ho partecipato in Brasile alla fase diocesana del sinodo come vero momento ecclesiale di comunione: mi sono sentita unita spiritualmente a tante persone sconosciute, ma in Cristo sorelle e fratelli. In quanto agente di pastorale ho ascoltato anche le donne che nel mio paese chiamiamo “professioniste del sesso”, le quali hanno dato volentieri il loro contributo. Questa fase dell’ascolto, ricca e stimolante, mi ha arricchita ed entusiasmata a continuare nel processo sinodale che poi è passato alla fase continentale. Dalla sintesi dei documenti finali delle assemblee continentali si è arrivati all’Istrumentum Laboris concludendo la prima fase del sinodo “Per una chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”.

Credo che il dono più bello di questa prima fase del sinodo sia stata la presa di coscienza che la nostra identità e vocazione è diventare una chiesa sempre più sinodale: camminare insieme per diventarne veramente discepole/i e amiche/i del Maestro e Signore, vivere l’unità che abbraccia la diversità senza schiacciarla, perché fondata in Dio, nella confessione della stessa fede.

La tappa universale del sinodo è iniziata il 4 ottobre 2023, in Vaticano, e si estenderà fino alla fine dello stesso mese. E qui voglio condividere con voi la mia esperienza ed i miei sentimenti di essere a Roma e vivere questo evento in presenza. Ritengo che il Signore nel suo amore e nella sua provvidenza guidi i nostri cammini; nella sua bontà mi ha condotta nel ritornare a Roma, circa vent’anni dopo aver concluso l’itinerario di studi teologici, proprio nel momento dell’apertura della 16ª Assemblea generale del sinodo dei vescovi. Sì, sono arrivata tre giorni prima e ho potuto partecipare alla veglia di preghiera ecumenica intitolata “Together – Raduno del popolo di Dio” il 30 settembre in Piazza San Pietro. Molti giovani di diverse religioni hanno risposto all’invito del papa a venire a pregare per la chiesa cattolica e ad affidare i lavori dell’assemblea sinodale allo Spirito Santo; dal 29 settembre sera sono arrivati a Roma da diverse parti d’Italia e d’Europa e sono stati accolti nelle parrocchie della città. La nostra comunità religiosa ha dato ospitalità a due ragazze cristiane delle chiese protestanti della Riforma: Svenia, che veniva dalla Germania e Barbara proveniente dalla Svizzera, dal cantone di lingua tedesca. Barbara è già pastora mentre Svenia studia teologia per diventarlo; con semplicità hanno condiviso con noi momenti di preghiera e di scambio dei percorsi di fede. Neppure la nostra incapacità con le lingue (l’inglese e il tedesco) è stata di impedimento al dialogo; ognuna a suo modo è riuscita a farsi capire. Questo è molto bello perché il desiderio di condividere la vita di fede è dono dello Spirito!

Ci siamo trovati tutti in Vaticano per la veglia promossa dalla comunità ecumenica di Taizè e preparata dai giovani tra i 18 e 35 anni. Quanti visi, esperienze, storie ed espressioni di fede riunite in quella piazza! Rappresentanti di tutte le confessioni cristiane raccolti in preghiera insieme, come popolo di un unico Dio, uniti nella fede in Cristo e mossi dallo Spirito di unità. Mi ha colpito in modo straordinario il fatto che papa Francesco fosse seduto all’altezza del popolo, rivolto alla croce di san Damiano, verso la Parola di Dio, insieme ai leader di diverse chiese cristiane: ortodossa e anglicana, ma anche pentecostali, battisti, valdesi, luterani, assiri… un momento storico di comunione indimenticabile, in cui erano presenti come pastore anche due donne, tra i tanti uomini ai vertici delle diverse confessioni cristiane. Abbiamo adorato insieme Cristo sulla croce, affidato i lavori dell’assemblea sinodale allo Spirito Santo e ricevuto una benedizione comune.

Tutti i partecipanti dell’assemblea sinodale, dopo questo momento speciale di preghiera, sono andati a Sacrofano in ritiro spirituale fino al 3 ottobre, ritornando a Roma il 4 ottobre per la solenne apertura del Sinodo, con la santa Messa presieduta da papa Francesco e concelebrata dai nuovi cardinali e dal collegio cardinalizio davanti a circa 25 mila fedeli.

Che gioia grande e quanta gratitudine a Dio per il fatto di essere presente anche in questo momento in piazza san Pietro, ed esserci in modo consapevole, inteso come volontà di poter offrire il mio contributo, di creare dialogo, di essere in relazione e creare condivisione.

Nell’omelia papa Francesco ha rivolto a tutti i fedeli, e in particolare ai partecipanti dell’assemblea sinodale, l’invito a camminare insieme partendo “dallo sguardo di Gesù, che è uno sguardo benedicente e accogliente […] uno sguardo capace di vedere oltre”.  Ho sentito in queste parole una vera convocazione a guardare gli eventi storici attuali, segnati da conflitti crescenti, di diversi ordini di grandezza e prospettive, con “lo sguardo di Gesù”. Il nostro contesto, segnato dalle guerre, dal terrorismo, dalle chiusure delle frontiere, dalle polarizzazioni di posizioni e idee, dagli interessi economici, dalle divergenze culturali e politiche impone uno sguardo misericordioso e accogliente perché la speranza continui ad animare i cuori.

Voglio concludere questa condivisione invitando tutti, ogni battezzato, ogni chiesa particolare, a coltivare l’unità e la comunione, l’ascolto ed il dialogo che abbiamo “respirato” in questi eventi. Continuiamo a partecipare attivamente a questo momento importante della nostra chiesa unendoci nella comunione della preghiera e nell’invocazione insistente dello Spirito Santo, il vero “protagonista del Sinodo”, perché guidi coloro che sono riuniti in assemblea nel discernimento di ciò che il Signore chiede oggi alla sua chiesa.

Suor Marilia Poleto