Chi dice donna … dice danno! E’ questa la frase che viene in mente subito, consegnata dalla tradizione e spesso ripresa con sorriso ironico dai maschi; da una parte facendo capire che si tratta solo di un luogo comune non più credibile, dall’altra tuttavia ripetuta non senza una sorta di compiacimento che la ribadisce. Come dire: e chi ci crede più, dai … ma l’hai vista la donna al volante o, peggio ancora, a fare parcheggio? Inutile, la frase rimane piantata dentro, se non si comincia a dipanare la matassa di tutti gli stereotipi di genere che continuano a funzionare; se non si arriva a decostruire un immaginario femminile, e insieme maschile, a partire dall’azione educativa in casa, a scuola, nella società, nel mondo della comunicazione; se non avvengono cambiamenti anche a livello istituzionale, non rivendicando quote, ma aprendo spazi e riconoscendo diritti. Un mondo diverso è possibile se donne e uomini riplasmano le loro relazioni, non pensando ad un idillio senza contraddizioni e fatiche, ma costruendo concrete pratiche di confronto, dialogo, accoglienza reciproca nella differenza.
Il titolo, come sempre, è declinato per ogni mese dell’anno. Passaggio dopo passaggio, il danno che viene in mente a chi dice donna dovrebbe sostituirsi con altre parole e immagini. L’intento, tuttavia, non è di passare da un luogo comune ad un altro: chi dice donna dice cose tutte meravigliose, doti e qualità in abbondanza, aspetti unicamente positivi. Donne e uomini sono quelli che sono, con pregi e difetti, aspetti belli e altri brutti e negativi; inoltre l’identificazione di genere non è un’etichetta da applicare indistintamente, dal momento che ciascuna donna e ciascun uomo ha una sua storia e una propria esperienza. Si vorrebbe piuttosto cogliere quanto il mondo delle donne, il cammino da esse compiuto verso la parità, il riconoscimento della differenza, l’instaurarsi della reciprocità con il mondo maschile, abbia contribuito a custodire, diffondere, ampliare alcune realtà e dimensioni dell’umano personale, familiare e sociale, a beneficio di tutti. Nessuna idealizzazione della donna e del femminile, pertanto, ma una presa di coscienza alla quale ognuno è invitato.
Le riflessioni mensili dell’Ideario sono accompagnate dai disegni di Chiara Peruffo, che ha fatto anche la copertina. Non si tratta di illustrazioni che vogliono semplicemente abbellire la pagina, ma di un discorso per immagini posto a fare da eco alle parole scritte. Come ogni anno, i giorni del mese sono arricchiti di frasi, citazioni, poesie da centellinare da soli o insieme, all’inizio o alla fine della giornata, per viatico o per ricarica. Ai consueti collaboratori, che permettono all’Ideario di uscire anche quest’anno, si aggiunge il Centro Presenza Donna di Vicenza. Per saperne di più basta guardare il sito Internet, ma è importante ricordare che dire donna è anche dire tante realtà, mediante le quali le donne fanno rete e danno il loro contributo per informare, promuovere, condividere una passione. Per la causa della donna? No, per l’umano e per la casa comune, di cui siamo custodi insieme, donne e uomini. I disegni, le riflessioni, le citazioni, tutto quanto troverete qui dentro, sarebbe bello fosse condiviso: in famiglia, tra amici, nei gruppi di appartenenza. Naturalmente, consegnandoci l’Ideario 2017, vi auguriamo di tutto cuore un buon anno. Non privo di problemi, perché non sarebbe realistico; ma vissuto con intensità e quindi bello e significativo.
don Dario Vivian