Vangelo di Luca 3,1-6
Giovanni il Battista non sa come sarà davvero l’inviato di Dio, anzi è ancora – almeno in parte – intriso delle attese di forza e potenza del popolo d’Israele in un tempo di oppressione da parte di un altro popolo, quello romano. Nelle sue parole spesso emergono annunci di castighi, di punizioni, ma si rende conto che il ‘nuovo’ che sta venendo, richiede da una parte di lasciare il vecchio e dall’altra di rivestirsi di vita nuova. Lui stesso dopo il silenzio, la solitudine e l’ascolto dello Spirito nel deserto, si mette in cammino proclamando “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. La conversione prevede il ritorno a Dio attraverso un cambiamento nel modo di pensare e di agire. Questo è necessario, afferma il Battista, per il perdono dei peccati: è una sfida all’autorità religiosa, visto che i sacerdoti insegnavano che il perdono si otteneva attraverso offerte e sacrifici al Tempio. Il ritorno a Dio chiede invece di fare spazio alle relazioni vissute in modo nuovo, dove ci è chiesto di prenderci cura del mondo e di ogni essere umano: raddrizzando sentieri, riempiendo burroni, abbassando le alture, cercando di eliminare tutto ciò che impedisce o rallenta il cammino verso relazioni autentiche con Dio e con tutti gli esseri viventi, perché solo queste permettono a ciascuna e a ciascuno di ricevere la salvezza che viene dal Signore (3,6).
Donatella Mottin