L’associazione ha festeggiato i suoi primi 25 anni
Il 3 febbraio 2021 l’associazione CDS Presenza Donna ha festeggiato ufficialmente i suoi primi 25 anni di vita!
A causa della situazione pandemica non è stato possibile celebrare questo importante traguardo con una bella festa in presenza insieme a socie e soci. Ma siamo riusciti in molti modi a ripercorrere 25 anni intensi e ricchi di incontri, iniziative, percorsi, gratitudine, e a sognare nuove strade e progetti!
Ci siamo regalati un nuovo sito, e proprio su www.presdonna.it potete trovare una raccolta dei tantissimi contributi per il 25° di Presenza Donna: il video di auguri di socie e soci, i tanti articoli pubblicati su La Voce dei Berici, Avvenire, Corriere del Veneto, Credere, Il Giornale di Vicenza, servizi video e interviste in radio, uno speciale album fotografico per ripercorrere i 25 anni e l’illustrazione creata da Chiara Peruffo. Qui di seguito vogliamo riportare le voci di cinque soci di Presenza Donna, riprendendo e ampliando le loro testimonianze pubblicate su La Voce dei Berici.
“L’esperienza di appartenere a un’associazione femminile” racconta il teologo e prete don Dario Vivian, 67 anni, “mi ha fatto sperimentare la parzialità del mio essere maschio e prete, due realtà che normalmente invece sembrano esprimere una visione della totalità”. Un altro elemento che don Dario riconosce come importante è che l’associazione intercetta con le sue proposte e collaborazioni “un ambito più laico, ed esprime un’attenzione a una realtà più ampia di quella ecclesiale. Questa caratteristica, espressa fin da subito, non è scontata visto che non sono molti i luoghi in cui si intersecano riflessioni con il mondo più laico. È questa una caratteristica che fa bene a me e, credo, anche alla Chiesa di Vicenza nel suo insieme”.
Per Maria Coccia, 55 anni, suora orsolina, l’esperienza associativa “è stata fonte di arricchimento e apertura. La cura della dimensione culturale – aggiunge – che ho sempre visto ha rappresentato per me un richiamo importante. Questo si è inserito in un percorso di dialogo costante e di ricerca di relazioni con il territorio e le diverse realtà. Quando ci penso, mi sorprendono sempre le cose che questa realtà, in fondo piccola e con non molte risorse, riesce a fare. Questo peraltro è lo stile evangelico che va avanti nell’apertura e nel dialogo e nella consapevolezza che non ci si salva da soli. È un modo di vivere una vocazione: essendo piccoli hai più coscienza del tuo limite e ti apri più facilmente al contesto in cui ti trovi: è questa una caratteristica della nostra congregazione”.
Giorgio Sala, 93 anni di Vicenza, come don Dario Vivian fa parte dell’associazione dall’inizio. “È importante ci sia una associazione che da 25 anni lavora per una causa fondamentale come quella della donna. Quando me ne hanno parlato, ho capito subito che era una cosa significativa in un mondo cattolico che sul tema della donna doveva recuperare molti ritardi. Dai programmi e dalle proposte ho capito subito che c’era un grande senso di libertà, autonomia e di ricerca”.
Laura Pagliarin, 38 anni, sposata con Flavio (anche lui socio di Presenza Donna), tre figli conosce l’associazione dal 2007 quando vi ha svolto il servizio civile. Riconosce che le proposte “sono arricchenti e che rappresentano una opportunità per confrontarsi e dialogare con molte realtà diverse. Per me, per la mia condizione anche di mamma molto impegnata con i figli, rappresenta anche uno spazio dove trovare nuovi stimoli e avere uno spazio per me”.
“Entrare a Presenza Donna – racconta Francesca Nardin, 57 anni di Vicenza – è stato come respirare un’aria nuova, fatta di attenzione, competenza e cura della vita delle donne in generale, ma anche e soprattutto, delle socie e dei soci, in un ambiente fatto di leali collaborazioni dove l’importante è far emergere il meglio di ciascuna/o.
Con Presenza Donna ho imparato a leggere e interpretare i vari contesti vedendo anche come molti passi avanti si siano fatti, ma anche quanto cammino resti ancora da fare. È per questo che è molto importante la presenza dell’associazione nel territorio, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni di donne e uomini che spesso danno per scontate certe conquiste ottenute con anni di lotta per la promozione dei diritti delle donne. La capacità dell’associazione di dare spazio, volto e parola a donne che si spendono per il bene di altre donne è un grande stimolo per costruire tutti insieme una società più inclusiva”.
a cura di Enrico Zarpellon