Per il secondo anno, come Centro Studi Presenza Donna, in collaborazione con il Centro Culturale San Paolo di Vicenza, abbiamo proposto un percorso di preparazione al Festival Biblico, ma anche di approfondimento sia nell’ambito cinematografico che in quello biblico.
Nel 2015 si era svolta la prima edizione, Coltivare l’umano custodire Dio, nella quale avevamo provato a pensare un percorso che raccontasse alcuni momenti particolari della vita con l’aiuto di quattro verbi: generare, ospitare, morire e credere.
Don Andrea Guglielmi, prete diocesano di Vicenza, ed Arianna Prevedello, responsabile progetti dell’ufficio comunicazioni sociali della Diocesi di Padova ed esperta di cinema, hanno curato la proposta trovando di volta in volta nuove connessioni tra il mondo cinematografico e la Bibbia. Non sono stati proposti film che trattavano esplicitamente storie bibliche, e proprio questo è stato il punto di forza di questa iniziativa. Ritrovare, infatti, le esperienze di alcuni personaggi biblici nelle storie raccontate dai film ha permesso ad ogni partecipante di calare nella propria vita le stesse emozioni, gli stessi sentimenti… magari anche le stesse esperienze.
Nella prima edizione, l’attenzione per i film è stata più sugli autori, mentre quest’anno si è pensato di proporre storie di persone che potessero mostrare una sorta di attualizzazione delle storie bibliche spiegate parallelamente. Il tema di quest’anno, La via della pace: percorsi di riconciliazione, è stato sviluppato con le storie di Giacobbe, la Samaritana, Abigail ed Elia. L’ultimo percorso proposto è stato, in particolare, il più apprezzato perché, toccando il tema del conflitto con diverse sfumature, è stato antropologicamente più significativo e vicino alla realtà degli altri.
Alla storia di Giacobbe, ad esempio, è stato affiancato il film “La donna che canta”, che racconta in modo piuttosto crudo il percorso di riappropriazione della vera storia della propria madre da parte dei due figli gemelli. Attraverso i molti conflitti vissuti dalla madre (etnici, religiosi, politici…), i figli hanno realmente conosciuto l’identità della donna ormai morta. Nella storia di Giacobbe i conflitti tra fratelli sono particolarmente rilevanti, così come la prevaricazione di alcuni su altri. Nel nome stesso di Giacobbe, in ebraico, è contenuta la radice della parola “calcagno”, proprio ad indicare che lui per primo nascendo ha carpito qualcosa che apparteneva a suo fratello, cioè ha imposto l’ingiustizia, il contrario della riconciliazione.
Una storia di inganni, dunque, che necessita di una riconciliazione personale e comunitaria e che passa nei volti: qui si può incontrare la verità di sé e degli altri.
Un ulteriore passaggio importante per la riconciliazione è il dialogo, parola chiave del secondo incontro, che è stata sviscerata con la storia della Samaritana e il film “The sessions”.
Don Andrea ed Arianna hanno accompagnato il pubblico alla ricerca del proprio pozzo, che biblicamente è considerato il luogo dell’innamoramento, del corteggiamento e del fidanzamento… anche in storie apparentemente impossibili come quella del film, che narra con delicatezza l’amore fisico di una persona disabile, un amore al quale non siamo educati a pensare, ma che esiste e fa parte della quotidianità di chi vive forme diverse di disabilità. La riconciliazione è qui intesa come pace con se stessi, con i propri limiti, anche fisici, e come sete che ci fa cercare…
Qual è la sete che muove una persona? Cosa significa cercare il proprio posto nel mondo?
Nelle storie di Abigail e del film “Come pietra paziente” abbiamo incontrato due donne strateghe, in senso positivo, perché ri-generative per sé e per le loro famiglie. Sono donne che hanno incontrato situazioni in cui mancava la parola e ciò permetteva la nascita della stupidità.
Il confronto, la parola, anche il conflitto riescono ad esprimere meglio la posizione interiore di ciascuno, perché se è vero che è impossibile non comunicare, è altrettanto vero che la comunicazione è sempre sottoposta ad interpretazione, dipendente dai paradigmi esistenziali di ogni persona. Occorre affinare le strategie d’interpretazione per comprendere gli altri e tessere sempre in modo nuovo le relazioni quotidiane, anche quando manca la parola.
Nell’ultimo appuntamento è stato affrontato il tema del silenzio e della riconciliazione, come possibilità di ascolto più profondo. La storia biblica di Elia è stata affiancata al film di Giorgio Diritti “L’uomo che verrà”, che è dedicato alla strage di Marzabotto (Monte Sole) vista con gli occhi di una bambina.
Un silenzio riconducibile alla mancata chiarezza storica sulla strage, ma anche un silenzio che permette di affinare altre sensibilità, pur essendo nato da un trauma. Esattamente come per Elia che deve imparare a cercare il suo Dio non negli avvenimenti eclatanti, come vorrebbe lui, ma nella voce di sottile silenzio, come gli fa capire il Signore che lui cerca. Occorre affinare l’orecchio, ma anche la vista e tutti gli altri sensi: cercare Dio nella quotidianità chiede di vivere la riconciliazione continua con sé e con gli altri per trovarLo proprio nella pace, frutto di fatica e costanza.
L’arte della riconciliazione forse può essere paragonata all’arte della tessitura: filo dopo filo, nodo dopo nodo, un tessuto prende forma, colore e bellezza… E’ un po’ quello che accade nelle nostre relazioni quotidiane: sciogliere nodi, tessere forme di comunicazione diverse, ricomprendere i silenzi, trovare nuove strategie… permette di ricominciare ogni giorno nella riconciliazione con se stessi, con gli altri e anche con il Signore che cerchiamo.
Ogni percorso proposto con “Bibbia e cinema” è stato costruito insieme ai partecipanti: la loro partecipazione è stata fondamentale per rendere più appassionante e anche più interattivo il corso stesso, senza mai obbligare qualcuno. La verifica è stata decisamente positiva e già si sta pensando alla terza edizione, che probabilmente sarà nello stesso periodo degli altri, tra gennaio e febbraio 2017.
Non resta che darsi appuntamento alla terza edizione, perché non è il solito approfondimento biblico, ma una forma di lettura attualizzata della Bibbia che aiuta a comprendere la propria quotidianità!
Sr. Naike Monique Borgo