Non è semplice raccontare cadute (morti) e resurrezioni che sperimentiamo nel lavoro educativo che svolgiamo in comunità, condividendo la vita e le giornate con i minori oppure con le mamme ed i loro figli.
Ma…è più efficace raccontare le loro oppure le nostre? O invece le stesse si incrociano, fecondano vite e ne danno senso nuovo?
In questi giorni una canzone di Laura Pausini ci ha molto colpito parla di….anticipare la primavera, trovare fuori di noi la causa di quello che abbiamo di buono dentro, di vedere nascere fiori dai rovi,..
Primavera In Anticipo
Per scontato non do niente di quel che ho
neanche un minimo brivido, ora no
c’è più ossigeno nel mio perimetro
è un sintomo chiarissimo
confesso sei la causa mia primaria
adesso in me di tutto il buono che c’è
ahahah lo so sei la primavera in anticipo
ahahah la prova che dimostra quale effetto hai su me perché l’autoscatto di noi ormai,
non prescinde da te è un cantico reciproco
per questo nei polmoni cambia l’aria
del resto sei sei tutto il buono che c’è
ahahah lo so ahahah l’esempio che
dimostra quanto effetto hai su me
fiori che nascono dai rovi
qui fuori cicatrizzano gli errori miei
sei tu senz’alcun dubbio l’artefice
di questa primavera che c’è, in me, in me
qui fuori nell’autoscatto di noi
Anticipare la primavera…
Sentire che, nonostante l’inverno e le apparenze di morte, la natura si sta preparando a rivivere nuovamente nelle sue gemme, nei suoi germogli, nei suoi fiori… Nel nostro lavoro educativo siamo chiamate proprio a questo: a scommettere, anticipare primavere e fioriture, vedere come già presenti lo sbocciare di tutte le potenzialità racchiuse nel cuore e nella mente dei ragazzi che accogliamo. Molti hanno dentro al loro passato un’esperienza che rassomiglia alla morte, al sonno, all’apatia ma anche tanta rabbia e sofferenza che li tiene bloccati dentro come una tomba. Anticipare la primavera è aiutarli, scommettere su ciò che può esserci di vivo, originale, creativo e tipico della loro giovane età…è vedere nascere fiori dai rovi.
Fiori che nascono dai rovi…
Sono passati quasi cinque mesi da quando ho iniziato il Servizio Civile a Villa Savardo e guardando al tempo trascorso insieme ai ragazzi penso alla loro fragilità, e alla mia.
Mi piace pensare che sto facendo un cammino insieme a loro, che sto veramente camminando al loro fianco e che un piccolo gesto può tramutarsi in un grande passo.
Quello che ho cercato di fare in questi mesi e di “seminare piccoli semi”, sperando che diano frutto ma non è sempre così. Ci sono giorni che vedo dei piccoli fili d’erba spuntare e altri, invece, che vedo solamente terra da coltivare ancora.
E in questo sta la fragilità, un cambiamento, un passo avanti può, in un attimo, annullarsi.
Ripenso a quanti sorrisi, a quante risate e a quanti abbracci ho ricevuto in questi mesi e a quante litigate, quante urla hanno poi fatto dimenticare le cose belle.
Le autonomie raggiunte, gli sforzi per migliorarsi, gli aiuti delle ragazze più grandi nei confronti di quelli più piccoli sono gesti che aiutano a dare speranza, a dare la spinta per continuare a camminare al loro fianco, accettandoli e volendo loro bene.
Francesca
Una serata diversa, da clima “caldo” nonostante il freddo gelo invernale…
Per questo Natale, avevamo pensato non solo al semplice scambio di doni, ma ad un momento in cui i ragazzi potessero fermarsi insieme a riflettere e, perché no, a dire la loro…
Non sempre però la strada è così facile! Dapprima la cosa sembrava disinteressarli ed annoiarli: “Che p…. già la vita è dura per me, ed ora cosa devo scrivere sul mondo, per di più a Natale?”
Lo scoraggiamento era nell’aria eppure a volte quando meno te l’aspetti, le cose prendono proprio quella strada di sassi in salita…
Mi hanno stupito, lo ammetto, e ce l’hanno fatta, ognuno con il suo modo, la sua unicità, prendendosi sul serio, in cerchio, con il fuoco che riscaldava; ciascuno con parole sue è riuscito a comunicare qualcosa che lo aveva colpito, un pensiero su cui far riflettere anche gli altri e tutti protesi ad ascoltarsi l’un l’altro.
Una strana alchimia si era creata nell’aria: tutti credevano fortemente in quel momento e l’importante non era ciò che veniva detto ma nel fatto di esserci e di crederci.
Tutto ciò mi ha ricordato le parole di una canzone di De Andrè :”Ama e ridi se amor risponde, piangi forte se non ti sente. Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”.
Chiara
nei polmoni cambia l’aria
Dall’aria gelida e paralizzante dell’inverno si passa necessariamente all’aria tiepida e frizzante della primavera: in natura questo è un passaggio d’obbligo affinché tutto ciò che nella stagione fredda è sembrato inerme possa resuscitare, come per miracolo, in primavera. Talvolta anche in casa famiglia, dove svolgo da un po’ di mesi il servizio civile nazionale, ho potuto percepire quella leggera brezza profumata di fiori che solo in primavera si può respirare. Ciò avviene ogni qualvolta un ragazzo ti prende la mano, anche solo per sentire il calore che c’è, che esiste; e quel leggero dolore dovuto alla pressione è una protesta contro la vita che per lui è stata ingiusta, ma allo stesso tempo è il desiderio di essere amato. In quel preciso momento respiri aria fresca perché ti rendi conto che la tua presenza, spesso sottovalutata, è sufficiente in realtà a far sbocciare un fiore dalla terra bruciata sotto dal gelo. Denise
dimostra quale effetto hai su di me
Riflessione di un’adolescente ospite della comunità
La nostra vita è sempre un punto interrogativo, ci facciamo domande a cui per paura o per timore di rovinare tutto non diamo valore. Ma nel passare dei mesi e giorni ci accorgiamo che, poco a poco, diamo risposte a quelle domande che ci facevano paura, a quelle domande che ci fanno star bene con gli altri e con noi stessi.
Se non daremo risposte alle nostre domande, le nostre paure diventeranno così grandi che piano piano ci faranno indebolire e gettare la spugna….senza combattere.
Come nell’adolescenza: quando siamo piccoli siamo protetti da un guscio che ci da sicurezza e tranquillità, ma quando cresciamo quel guscio diventa così stretto che ce ne liberiamo.
In quel momento la nostra vita cambia. Piano piano con le nostre forze e con grinta ci costruiamo un altro guscio, sapendo che dovremo lasciare anche quello, per vedere se siamo pronti a vivere la nostra vita senza fuggire davanti a nessuna paura, ma pensando che : “Ce la possiamo fare a superare le nostre paure e le difficoltà della nostra vita senza mai abbassare la guardia…”
sr. Valentina De Gan