In queste pagine vogliamo presentare due eventi significativi vissuti con gli amici ed amiche laici/he che hanno caratterizzato l’appuntamento capitolare. Il primo è stato realizzato poco prima del Capitolo, sabato 18 giugno, a Breganze, in Villa Savardo ed il secondo all’interno della prima settimana di lavori a Gallio, in Villa Giovanna.
Raccogliendo l’invito di Papa Francesco al Convegno ecclesiale della Chiesa italiana a Firenze, “Cercate di avviare, in modo sinodale, un approfondimento della Evangelii Gaudium per trarre da essa criteri pratici e per attuare le sue disposizioni, specialmente sulle tre o quattro priorità che avrete individuato”, sabato 18 giugno 2016, abbiamo incontrato don Giovanni Sandonà, Direttore della Caritas Diocesana di Vicenza, che ha riflettuto sul tema del nostro Capitolo, “Abbracciare il mondo con misericordia umanizzate da Cristo e dai poveri”, lanciandoci una serie di feconde provocazioni.
Mettendo in evidenza il disegno di Chiesa additata da Papa Francesco in Evangelii Gaudium, dentro la prospettiva della misericordia che offre un nuovo paradigma ecclesiale, ci ha sollecitate a realizzare un discernimento non di facciata, ma sostanziale, affinché la vita religiosa che incarniamo nel XXI secolo recuperi i tratti essenziali della profezia e diventi compagnia efficace delle donne e degli uomini di questo tempo, angosciati, incrudeliti, tentati di lasciarsi rubare ogni speranza. Don Giovanni ha offerto anche un tentativo di discernimento messo in atto dalle Caritas del Nordest italiano aiutandoci in questo modo a leggere meglio i bisogni, le risorse, i sogni della gente che vive in questo territorio dove sono presenti la maggior parte delle nostre suore e comunità.
Un contributo lucido, profondo ed appassionato: un tassello prezioso per il nostro discernimento.
Come possiamo abbracciare il mondo umanizzate da Cristo e dai poveri? Ce lo siamo chiesti insieme, suore orsoline e laici rappresentanti dei gruppi che più da vicino condividono ambiti del nostro carisma, sabato 9 luglio in una giornata di riflessione che ha visto l’input particolarmente significativo ed appassionato di sr. Alicia Vacas Moro, suora missionaria comboniana spagnola, infermiera specializzata in medicina internazionale e membro dei “Medici per i diritti umani”, vincitrice con la sua comunità di Betania, in Terra Santa, del premio “Ponti e non muri 2015”. A partire dalla sua esperienza di donna, missionaria, membro di una comunità tagliata in due dal muro di separazione tra ebrei e palestinesi, responsabile del progetto “Tutti a scuola” per i bambini beduini che vivono nel deserto tra Gerusalemme e Gerico, ci ha provocati in maniera salutare su cosa significhi oggi, nel corpo a corpo con le sfide attuali, abbracciare il mondo ed umanizzare, lasciandoci prima convertire dai poveri. Membro di una congregazione impegnata sulle frontiere dell’evangelizzazione ad gentes, ci ha offerto la sua e loro riflessione sulla necessità di una nuova evangelizzazione inter gentes. Una prospettiva estremamente importante per la nostra Congregazione che, dal punto di vista carismatico non ha una vocazione primariamente ad gentes e che quindi in tale nuovo approccio, sostenuto dai criteri offerti da Evangelii Gaudium, trova spunti da non sottovalutare per ripensare quella “conversione missionaria” che oggi la Chiesa e la storia ci domandano.
La fecondità e l’importanza di tale giornata sono venuti dall’aver ascoltato tali provocazioni con gli amici laici, di aver condiviso queste prospettive insieme, dialogando a partire dai diversi punti di vista. Ha dato respiro al cuore ed ali alla speranza percepire come lungo tali traiettorie vi sia un vibrare all’unisono, insieme alla consapevolezza che oggi è necessario farci voce anche presso i moderni faraoni per la salvezza e la liberazione dei popoli, come pure che “il velo squarciato” tra il sacro ed il profano apre oggi a qualcosa di nuovo ed inedito che abbiamo bisogno di ascoltare, leggere, accogliere, accompagnare insieme.
a cura di sr. Maria Grazia Piazza