A risposta… domanda!

10
Ott

Fa sempre molto piacere trovare corrispondenza a un’idea che proponiamo, come pure dà gioia, nel tempo dei social, trovare corrispondenza in una lettera amichevole scritta a mano o in una cartolina che arriva da un luogo di villeggiatura.

La parola corrispondenza porta in sé il rispondere. Quindi a domanda risposta, ovvero: a risposta… domanda! In partenza c’è una chiamata, una vocazione, intesa non solo nel senso religioso del termine, ma in quanto appello che Dio pone dentro la vita, con le sue situazioni, gli eventi previsti e quelli imprevisti. Ricordandoci che lui ci ha preceduti con una risposta: nel logo che ci accompagna la croce ricorda il dono totale, vero ed incondizionato di colui che per amore si è fatto servo.

Questo terzo numero di Vita Nuova ci offre alcune piste di riflessione sulla responsabilità del nostro rispondere. Spesso si discute sulla cultura di oggi: mancano le domande, persistono le domande e mancano le risposte, i giovani non rispondono più… Occorre riflettere sul collegamento domanda-risposta, o meglio, su chi ci pone la domanda e a chi affidiamo oggi le nostre risposte. A volte si vedono vignette che ironizzano sul fatto che giovani e meno giovani sono insieme… ma davanti al proprio cellulare! Forse allora ciò che vacilla è la relazione, è la domanda/risposta che parte dalla consapevolezza di avere una persona viva di fronte a noi, con la quale mettersi in contatto nell’ascolto e nel comunicare qualcosa di personale.

Tutti siamo domanda/risposta per l’altro, tutti possiamo essere corrispondenza. In particolare il mondo giovanile oggi è sfidato da tante domande alle quali le istituzioni cercano di dare sostanza, non sempre con risultati soddisfacenti. Sarà che, come ricorda papa Francesco in Evangelii gaudium, rischiamo di “rispondere a domande che nessuno si pone”? Nel documento preparatorio al Sinodo sui giovani – evento che accompagneremo fino al prossimo ottobre – il papa mette in connessione tre dimensioni della vita che oggi non sempre lo sono: l’orizzonte, la concretezza, il desiderio. Spesso i mezzi di comunicazione passano un’idea della vita sociale, politica e religiosa che è un fai da te: di fronte ad un evento ognuno parla, critica, impreca, si scaglia contro… Ma sembra assente un orizzonte di riferimento con la concretezza della situazione, e soprattutto una volontà, un desiderio di andare oltre la criticità per una fattibile soluzione, che magari ci coinvolge.

Le domande sono tante, e la croce è un orizzonte di risposta: non a caso, nel logo, croce e strada formano un . Morendo in croce, Cristo ha vissuto un sì che ha cambiato la storia: a noi il compito di seguirlo, scegliendo la strada giusta per corrispondere all’amore.

sr. Maria Luisa Bertuzzo

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