Il racconto del weekend di sororità e fraternità vissuto a Enego, all’interno del progetto Interreg di cui la Congregazione è partner
La festa del Cuor di Maria ci riunisce ogni anno come Orsoline nella fraternità, a ricordare con tante amiche e amici laici che il vincolo forte della sororità è un dono grande scaturito dal carisma di madre Giovanna che incoraggia e accompagna nella vita con grande forza.
Il 12 e 13 giugno 2021 è stato festeggiato ancor più profondamente e con gioia, finalmente in presenza e scorgendo non solo i volti nei video dei pc ma guardandosi negli occhi, riconoscendosi negli sguardi, scambiando pensieri, idee, sentimenti, preghiere, risate, convivialità in un luogo caro alla nostra Congregazione: Enego.
Siamo conosciute come le Orsoline di Breganze perché in quella cittadina Giovanna ha vissuto dai tre anni di vita: ma la sua infanzia l’ha trascorsa al colle dei Meneghini di Enego da cui i genitori, poveri pastori, raggiungevano la pianura per la transumanza con le greggi e poi ritornavano, in quel continuo camminare che accompagnava una vita fatta di duro lavoro, di famiglia, di figli portati via troppo presto dalle malattie, di affidamento a Dio nella fede semplice e pura dei “segreti amici del Signore”, come canta una nostra canzone.
Nel piccolo borgo dell’Altopiano dei Sette Comuni la festa di fraternità/sororità ha fatto convenire una cinquantina di sorelle dalle comunità d’ Italia e anche dal Mozambico, con la partecipazione spirituale delle sorelle del Brasile, ancora fortemente colpito dalla pandemia. Una festa che si è allargata alla fraternità/sororità di tante amiche laiche e laici che nei due giorni hanno partecipato chi a tutte, chi ad alcune iniziative di un fine settimana denso di eventi organizzati all’interno del progetto dell’Unione Europea Interreg Italia- Austria “LOOK UP – La riscoperta del patrimonio artistico e religioso transfrontaliero in montagna”.
LOOK UP: guardare in alto. È un titolo ma anche un motto, un invito a vivere la montagna come punto di contatto con il cielo, per una riscoperta della spiritualità e del cammino interiore grazie a quel movimento del passo dopo passo per raggiungere la meta. Guardandosi intorno con attenzione, con intelligenza, con cuore, con curiosità intellettuale e spirituale: scoprendo che le terre di confine tra Italia e Austria possono essere dei ponti di collegamento tra i popoli e gli Stati, non muri di opposizione. In una comune memoria, che spesso ricorda momenti e fatti storici di contrapposizione, ricercare le linee di unione che oggi possono aprire nuove relazioni personali, sociali, culturali e religiose.
Purtroppo i partner austriaci della Bildungshaus Osttirol e del Tourismusverband Osttirol non hanno potuto essere presenti perché ancora in difficoltà di movimento a causa del Covid, ma si sono uniti a noi suore Orsoline con messaggi di saluto e di condivisione del percorso, come pure il lead partner italiano Comune di Udine.
Davvero questo cammino verso l’alto ha creato spirito di collaborazione e di unione: il comune di Enego con il sindaco Ivo Boscardin e la vice sindaco Stefania Simi hanno partecipato non solo alle iniziative ma anche sostenuto fattivamente e praticamente tutti i vari eventi, come pure don Federico Meneghel, che fin da subito ha coinvolto l’unità pastorale nella conoscenza e valorizzazione di Giovanna come figura originaria di queste terre.
La comunità civile e religiosa si costruisce nei percorsi comuni di valorizzazione dei patrimoni umani, storici, artistici, naturalistici dei territori in cui si vive: e la nostra festa di fraternità/sororità ha alimentato la possibilità di queste connessioni di fraternità così indispensabili per la vita comune e per il bene comune di tutte e di tutti.
Umanità in cammino
Nella passeggiata spirituale che ha dato inizio agli eventi Look Up della festa di fraternità e ha inaugurato il tratto di “Romea Strata transumanza-saliso”, si sono alternati momenti di intensa camminata montana, rischiarata da un caldo sole di giugno e per fortuna ben ventilata dalla brezza eneghese, a momenti di sosta e riflessione.
Luisa Dal Prà di Fondazione Homo Viator San Teobaldo, lo storico Davide Allegri e il sindaco Ivo Boscardin hanno pennellato di memoria la strada percorsa, e i gruppi legati al carisma di madre Giovanna ne hanno segnato l’afflato spirituale.
Con i gruppi Am.Or sono stati ricordati i 38 anni di attività per la formazione delle donne alla vita del vangelo, in un percorso lungo e articolato che con suggestiva simpatia è stato raccontato da due rappresentanti a nome di tutti i numerosi gruppi sparsi per l’Italia che insieme continuano a condividere formazione, amicizia, fede, pensieri e desideri di donne nella chiesa.
Il gruppo di animazione missionaria si è lasciato interpellare da tre parole che hanno animato la vita di Giovanna e il loro stesso impegno: la fede, il cammino, lo sguardo.
Dallo splendido panorama di Case Stival hanno invitato “a non limitarsi solo a incontrare lo sguardo di fratelli lontani, ma ad essere discepole e discepoli missionari con chiunque incontriamo nella nostra strada. Vi chiediamo di non abbassare lo sguardo di fronte alle molte situazione di disagio, povertà e violenza. Lasciamoci guidare dalla Parola di Dio e dall’esempio di madre Giovanna affinché il nostro impegno sia proficuo e sincero”.
Nel tornante della salita al colle, carichi della fatica ma pieni di stupore per la bellezza dei luoghi, il gruppo Kar.In (carisma insieme) ha testimoniato con gratitudine a Dio e alle sorelle che il carisma di Giovanna è un grande dono per la chiesa, un soffio dello Spirito che rinforza la consacrazione battesimale e la fa rifulgere di una luce speciale: quella del Cristo umile e puro di cuore, al quale promettere adesione nello spirito di servizio per la promozione delle donne.
Sulla cima del colle sr. Maria Luisa Bertuzzo, superiora generale, ha fatto risuonare con dolce fermezza le parole di Giovanna: “Coraggio amatissima sorella – è un monte alto da salire – ma il cammino sarà leggero e soave se saremo unite al nostro diletto Sposo Gesù” (Lettera n. 23, a Orsola Balasso).
“Sentiamo come un augurio questo scritto rivolto a tutti noi: Coraggio sorella, fratello, è un monte alto da salire, ma il cammino sarà leggero e soave se saremo uniti al Signore Gesù. Sarà leggero se abbiamo fede nel Signore della vita, se camminiamo come “sorelle e fratelli tutti”, uniti agli altri e non come camminatori solitari, se consideriamo il fatto di essere immersi nella corrente di fede delle persone che ci hanno preceduto e che conducono anche noi, come ha fatto madre Giovanna, indicandoci ciò che veramente è importante e conta nella vita”.
Camminiamo… cantando
Il cammino culturale e religioso non si è fermato al colle dei Meneghini: è continuato in serata, nel duomo di Enego, in primo luogo con la presentazione di un’anteprima del manuale frutto della ricerca comune ai quattro partner Interreg, che don Raimondo Sinibaldi ha presentato in riferimento ai “punti luminosi” che “accendono e orientano il nostro sguardo verso l’alto. Sono una cinquantina di luoghi significativi lungo il percorso della Romea strata (che da Tallin, nelle repubbliche Baltiche, raggiunge Roma come antica via di pellegrinaggio) che sono di carattere storico, artistico, religioso, naturalistico, che aiutano a comprendere la ricchezza di ciò che sta sopra di noi e sotto di noi. Una ricerca sistematica, di cui il cammino inaugurato in mattinata che porta da Enego a Vicenza si collega al tracciato del percorso in Austria e in Friuli Venezia Giulia”.
E come in tutti i cammini, anche in quello della serata in duomo c’è stata una sorpresa:
il giovane presidente della Pro Loco Marco Frison ha stupito i presenti donando alla congregazione un alberello scolpito nel legno. Una scultura particolare, fatta con il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia che ha distrutto anche una parte dei boschi di Enego: un segno che dalle difficoltà della vita, si può risorgere e trarre nuovi cammini di esistenza.
Come dice papa Francesco nella Laudato si’, “camminiamo cantando, insieme a tutte le creature, su questa terra cercando Dio”. Il concerto guidato magistralmente da Maria Teresa Milano, ebraista del Coordinamento Teologhe Italiane, ha fatto simbolicamente camminare tutto il pubblico convenuto nel duomo di Enego tra le pagine bibliche e la presenza ebraica nei villaggi d’Europa, in un intreccio suggestivo di poesia, musica, racconti, sonorità conosciute e altre scoperte con meraviglia come musica per una fraternità in cammino nella diversità.
Camminiamo… celebrando
È ancora il grande duomo di Enego che, appena ci si affaccia al paese, si staglia su un’altura al termine di una lunga scalinata, ad accogliere domenica mattina ancor più numerose e diverse sorelle delle comunità e amiche/i laici per il rendimento di grazie nella celebrazione eucaristica. Molte persone devono partecipare alla messa dal sagrato laterale della chiesa, perché il numero è così alto da non poter stare in sicurezza all’interno. Ma lo spirito di fraternità è grande, e la Parola raggiunge tutte e tutti, nella sua piccolezza di un granellino di senape che diventa grande albero dalle radici profonde. Con don Federico e don Raimondo preghiamo “per la Congregazione delle suore Orsoline e le amiche ed amici delle fraternità che ne condividono lo spirito: quanto attingono dalla figura della venerabile Giovanna, sia come un seme che fiorisce in atteggiamenti di comunione, capaci di superare individualismi e indifferenze”. E preghiamo ancora “per quanti operano per il programma della Romea Strata intrecciando le antiche strade con quelle di oggi, congiungendo e raccordando luoghi e persone, eventi del passato e del presente. Perché la loro azione continui ad essere ponte di collegamento che aiuta a superare le tante divisioni che feriscono l’umanità”.
Un momento che riallaccia i fili della nostra congregazione con il territorio di Enego è la presentazione del libro Sognando quel dì fortunato. Vita e vocazione di Giovanna Meneghini fondatrice delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria che viene presentato in duomo subito dopo la messa.
“La bellezza e novità di questo lavoro – dice sr. Maria Luisa Bertuzzo – stanno nel portare a conoscenza la lunga operazione di ricerca e studio compiuta da suor Samuela Sartorel, autrice del libro, purtroppo oggi assente per motivi di salute. Le riconosciamo l’impegno non indifferente profuso con un paziente lavoro di anni, ma in particolare in quest’ultimo tempo, pur nella fatica della malattia, per offrire il frutto maturo della sua ricerca”.
“Ringrazio – continua suor Maria Luisa – la tenacia appassionata di suor Samuela Sartorel che, degna figlia di Giovanna, ha tessuto i numerosi fili di una narrazione consegnata a noi Orsoline e ai tanti amici, amiche e collaboratori, come storia di Famiglia, e alla Chiesa tutta come testimonianza di un carisma che arricchisce la sua presenza nel mondo”.
A dar voce al libro, suor Maria Coccia che tanto ha collaborato con suor Samuela, e Michele Pasqualetto, direttore delle nostre strutture di Villa Sant’Angela e Villa Savardo, a Breganze, e sapiente conduttore di ricerca sul libro.
Voci di donne da un tempo coraggioso
Nel pomeriggio accompagnato dal classico vento di Enego (e il sindaco ricorda che la salubrità dell’aria è ancora quella dei tempi in cui proprio qui sorgeva un sanatorio che accoglieva 1.200 malati), nella tensostruttura messa a disposizione dal Comune si partecipa veramente in tante e tanti al simpatico spettacolo teatrale La polenta quotidiana con Stefania Carlesso, Cinzia Luisato e il coro Nova Compagnia del Caretèo.
Un moderno filò che racconta, in parole e musica, l’amore, il lavoro, la maternità, antichi usi e costumi delle donne di un tempo. Un viaggio dolce, amaro e vero nella tradizione che “non è culto della cenere, ma custodia del fuoco”. In questa occasione speciale, lo spettacolo è stato dedicato a Giovanna Meneghini, donna di comunione e donna “popolo”.
E ne sentiamo risuonare le calde parole che diventano un augurio per tutte e tutti: “Prego ancora il buon Iddio, affinché possa io camminare sicura la via, che mi conduce al santo Paradiso. Tutto a maggior gloria di Dio” (Mem 26).
sr. Federica Cacciavillani