Nella speranza

27
Giu

Il ricordo di suor Battistina Rossato

Nel culmine del cammino quaresimale, quando nell’intreccio di tempo liturgico ed eventi sociali parole come quaranta, quaresima e quarantena si sovrapponevano e si mescolano, sr. Battistina ha accelerato la sua corsa e si è presentata al grande appuntamento, giungendo al traguardo con il Signore della Vita, potendo dire: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà…” (2Tim 4,7-8).

Ci ha lasciato in maniera repentina, conservando fino all’ultimo la delicatezza e la serenità che l’hanno contraddistinta per tutta la vita, in risposta alla chiamata del Risorto a celebrare la Pasqua alla sua presenza.

Una vita piena quella di Anna Rossato – sr. Battistina, “sazia di giorni” dice la Scrittura, festeggiata a febbraio nei suoi 92 anni. Partita da Maragnole – Breganze nel 1946, dopo la preparazione magistrale ha svolto compiti educativi per lunghi anni in alcune scuole dell’infanzia del vicentino e del veronese, rivestendo al contempo anche ruoli di responsabilità in Congregazione.

Ma l’immagine di sr. Battistina che molti portano nel cuore è quella della portineria a Vicenza: l’impegno di accoglienza ha occupato le sue giornate, non solo come semplice servizio, ma come cura e attenzione verso ogni persona che varcava quella porta, dalle consorelle alle ospiti del convitto, quelle “ragazze” che a distanza di decenni la ricordavano ancora con affetto!

Il 18 marzo 2020 il Diletto ha bussato alla sua porta: “Io dormo, ma il mio cuore veglia. Un rumore! È il mio diletto che bussa: «Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba…»” (Ct 5,2).

Sr. Battistina, donna intelligente, essenziale, saggia. Non ha fatto tanto rumore, sembrava passare sempre in punta di piedi, ma si accorgeva di tutto. Dotata di una memoria e un’intelligenza spiccate, fino all’ultimo non perdeva occasione per ricordare un compleanno, una ricorrenza, un anniversario… La sua sensibilità ha fatto bene alle persone che ha avvicinato, in una missione interna alla comunità, ma aperta e premurosa verso ogni persona incontrata. Lei, tanto schiva e riservata quanto precisa e attenta, ha assunto ogni compito con diligenza e meticolosità.

Ringraziamo di cuore il Signore per quello che sr. Battistina ha segnato nella vita della nostra Famiglia religiosa, e preghiamo perché la accolga nel suo abbraccio nella pienezza della vita.

Il ricordo di suor Lisetta De Marchi

Il 29 aprile 2020, nello splendore del tempo pasquale, abbiamo accompagnato suor Lisetta nell’ultimo viaggio terreno. Nei segni della vita che rinasce abbiamo visto quella di sr. Lisetta raggiungere la pienezza. Lei, una vera artista del ricamo, ha concluso il suo lavoro più bello: un’esistenza intessuta di tanti fili dai colori diversi: disponibilità e generosità, gentilezza e creatività, profondità e stupore…

Ci ha lasciato una sorella dal tratto fine e delicato, che ha saputo tessere con nobiltà ogni giorno della vita, da quelli più freschi e gioiosi a quelli della malattia lunga ed estenuante, attraversata con dignitosa accettazione fino alla fine. Amante del bello, curato con tenacia e determinazione sia nel lavoro pratico come nella vita, ne ha vissuto con precisione ogni particolare.

Era nata a Lupia di Sandrigo (VI) nel 1934, paese lasciato nel 1949 quando è entrata nella nostra Congregazione a Breganze per iniziare le tappe di formazione, fino a diventare suora orsolina con la professione perpetua nel 1957. Ha profuso le sue doti con grande disponibilità nel paziente insegnamento di lavoro e in servizi generali in diverse comunità venete e a Prato.

Proprio come i punti dei suoi ricami, suor Lisetta ha saputo avvolgere di bellezza e precisione ogni aspetto della vita, a partire da quello interiore. Si avvertiva chiaramente in lei, anche se in questo era riservata, il gusto per la preghiera e la lettura spirituale. E lo ha mostrato chiaramente nell’ultima fase della vita, quando la malattia ha piegato ogni sua resistenza, ma non la dignità di una esemplare accettazione di fede.

La vita di suor Lisetta è stata un dono offerto con genuina semplicità a tante persone: la ricordano tante ospiti del Convitto “Giovanna Meneghini”, che hanno potuto godere della sua familiare accoglienza, come pure i tanti ragazzini che hanno imparato alla sua scuola di lavoro. Relazioni spontanee che hanno mantenuto nel tempo la freschezza dell’inizio.

Tanto la sua azione era determinata tanto era discreta, ma sempre caratterizzata da rispettoso riserbo. Un tratto che ha accompagnato anche il servizio che per alcuni anni ha svolto in Episcopio al tempo del vescovo mons. Pietro Nonis, che sempre la ricordava con affetto paterno.

Grazie suor Lisetta, perché abbiamo visto incarnato anche nella tua vita quanto madre Giovanna scriveva nelle Memorie: “E mentre rendo nuove grazie a Gesù benedetto, mi abbandono nelle sue mani, perché faccia di me tutto e sempre, secondo il suo beneplacito” (Mem I,26). Sì, pensiamo che tu hai cercato di compiacere con tutta te stessa Gesù benedetto: ora ti chiediamo di intercedere presso di Lui per tutte noi in cammino sulle strade del Regno, perché facciamo oggi tutto e sempre secondo il suo beneplacito!

 

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