Giovedì 11 Giugno 2019, noi volontarie di Villa Sant’Angela, siamo andate a visitare la casa di riposo “A. Rossi” di Arsiero (primo incontro di partenariato con questa realtà), che è gestita dallo stesso direttore nostro, con la differenza che Villa Sant’Angela è una casa di riposo privata e solo per donne, mentre ad Arsiero è pubblica e vi sono ospitati anche degli uomini.
Siamo arrivate in una bella struttura circondata dalle montagne, immersa dunque in un paesaggio molto suggestivo. Ci ha accolte l’educatrice Silvia, che ci ha inizialmente raccontato quali sono le sue attività e poi ha chiesto a noi di descrivere la nostra giornata tipo a Villa Sant’Angela.
In seguito ci ha mostrato la casa: devo dire che una particolarità che mi ha colpito è stata la vivacità dei colori delle pareti, che esprimevano forza e allegria. Silvia ci ha poi spiegato che sono in corso dei lavori all’interno dell’edificio che è infatti nuovo.
Arrivate le 10, abbiamo fatto un’oretta di attività con le ospiti all’aperto. Dopo essersi presentate tutte, abbiamo letto un racconto della scuola ai loro tempi, e c’era molta partecipazione da parte loro; raccontavano la loro esperienza scolastica con un sorriso e gli occhi che brillavano, divertiti.
Ho notato che i nonni della casa di riposo di Arsiero sono molto più autonomi delle nostre nonne; questo probabilmente perché oltre ad essere in di più, ci sono persone meno in difficoltà rispetto a Villa Sant’Angela.
Come da noi, alle 11, i nonni hanno cominciato a prepararsi per il pranzo, e quindi ci hanno salutato calorosamente, ringraziandoci di essere state lì.
È stata un’esperienza molto piacevole poter visitare un’altra realtà che offre lo stesso servizio e confrontare le diversità e anche gli aspetti di somiglianza. Si tratta di una struttura davvero molto bella, all’interno della quale si percepisce un clima di serenità e tranquillità.
Da questa giornata mi porto a casa il grande affetto con il quale i nonni ci hanno accolte e i mille grazie ricevuti, i loro bei sorrisi e anche i loro racconti sulla scuola, con l’augurio di poter tornare a trovarli ancora.
Giada Bidese