IL TEMPO PASSA E I LEGAMI SI RAFFORZANO

Era il 12 settembre quando un po’ intimorita ho iniziato il mio percorso di servizio civile, e fra qualche settimana faremo la verifica del terzo trimestre, preparandoci poi a svolgere gli ultimi tre mesi di questa esperienza. E’ incredibile come il tempo sia volato in un batter d’occhio, ricordo benissimo la prima volta che sono entrata in casa famiglia, alcune ragazze stavano cercando di rimanere concentrate sui compiti, un’altra stava rilegando i libri di scuola assieme alle educatrici e un’altra saltellava su e giù per la stanza animando con la sua allegria tutta la casa: difficile descrivere l’ondata di emozioni che provai in quel momento, so solo che mi sentii nel posto giusto. Ciò nonostante, avevo una paura tremenda di non essere in grado e all’altezza di stare lì con loro, un po’ perché per certi aspetti mi sentivo tanto lontana dal mondo adolescenziale e quindi mi chiedevo come avrei potuto avvicinarmi e costruire un legame con loro, un po’ perché avevo sì avuto delle esperienze precedenti nell’ambito sociale ma mai a contatto con minori.

E così i primi due mesi son stati soprattutto di conoscenza e di scoperta, osservavo molto e mi muovevo un po’ incerta, sempre attenta a non fare un passo falso, a non fare o dire qualcosa di sbagliato che potesse in qualche modo pregiudicarmi la conoscenza delle ragazze e la loro fiducia. Fiducia che non è stata per nulla facile da guadagnarsi, magari un giorno scherzavamo assieme e si raccontavano, mentre quello dopo erano restie a rivolgermi la parola; col tempo ho imparato ad accettare e in qualche modo ad accogliere anche i loro sbalzi d’umore, capisco subito quando hanno la giornata storta e se mi zittiscono o mi rispondono male so che può capitare ed è comprensibile, come loro sanno che comunque io ci sono.

Credo che proprio il vivere assieme a loro la quotidianità abbia gettato le basi per costruire giorno dopo giorno la forza di questo legame, una quotidianità fatta di semplicità e al contempo di complessità, passata a preparare gli schemi per le verifiche di scuola, a passeggiare per il centro di Breganze fermandosi in biblioteca con la speranza di incontrare il ragazzo a cui muoiono dietro, a cantare a squarciagola in macchina tornando dall’incontro con i servizi, a cucinare le crepes con la nutella perché in casa famiglia guai che se manca un tocco di “dolce”, a stare in silenzio accanto a loro sperando che possano riconoscere in te un’amica con cui sfogarsi, a implorarle di sistemarsi la camera dal momento che sembra un campo di battaglia, a preparare la cena trovando ogni pretesto per sporcarsi e farsi delle pazze risate.

Forse a volte sono stata troppo buona ed accondiscendente con loro, tendevo quanlche volta a giustificare i loro comportamenti sbagliati alla luce delle esperienze difficili e dolorose che hanno vissuto in passato e ancora adesso mi capita di avere la tentazione di “sostituirmi” a loro pur di evitarli un rimprovero o un brutto voto a scuola, dimenticando però che la pena e la commiserazione non insegnano nulla e non danno alcun aiuto, anzi possono paradossalmente far loro peggio. Fortunatamente non ero sola ad affrontare gli alti e i bassi di questo cammino, ho trovato un gruppo di educatrici che fin da subito mi ha accolta con molto calore, gentilezza e disponibilità, sostenendomi nei momenti meno facili, ascoltandomi per qualsiasi necessità, dandomi consigli e insegnamenti molto preziosi che mi hanno aiutata e fatta crescere sia professionalmente che dal punto di vista umano. Sono certa che questa esperienza non sarebbe stata così piacevole e arricchente se non avessi trovato delle persone così come guida e supporto.

Il legame che ho con le ragazze si è trasformato ed evoluto, giorno dopo giorno mi sono affezionata sempre più e mi hanno dato tantissimo lungo questo percorso; ognuna di loro mi ha presa e travolta con il proprio temperamento e con quelle caratteristiche che la rendono unica nel modo di approcciarsi, di comportarsi e di stare in relazione. Il pensiero che a settembre dovrò salutarle già mi riempie di tristezza e so che per me sarà dura separarmi da loro, loro che mi hanno permesso di entrare nelle loro vite accettandomi per come sono e donandomi qualcosa che non ha davvero prezzo.

Elisa