SERVIZIO CIVILE: UN ANNO CHE CAMBIA LA VITA

Da strade diverse verso un unico ideale: è questo il motto che sintetizza il legame che ho con le mie amiche/ colleghe del servizio civile 2008/2009, un anno che ha cambiato la mia vita in maniera radicale…

Il primo di ottobre 2008 mi arrivava la proposta di svolgere il servizio civile a Villa Sant’Angela, la casa di riposo gestita dalle suore orsoline. All’inizio ero confusa, non sapevo a cosa sarei andata incontro, avevo paura di non esserne all’altezza perché l’ambito degli anziani per me era un “territorio inesplorato”: un settore nel quale non avevo alcuna esperienza. Prima di accettare mi sono posta tantissime domande, ma alla fine, nonostante i molti timori mi sono tuffata in un lavoro che non avevo mai neppure considerato.

Tutto questo è avvenuto durante la fase più critica della mia vita: avevo da poco lasciato la mia famiglia e la mia città, perciò spesso mi chiedevo come potessi aiutare persone tanto bisognose, ma alla fine tutto è venuto da sé: le ospiti della casa di riposo mi hanno accolta con una semplicità ed un affetto disarmanti, quasi fossi una loro nipote.

È stato uno scambio reciproco che, nel corso dei mesi, ci ha unite sempre di più; ogni giorno mi stupivo del modo in cui riuscivamo a comunicare nonostante l’enorme differenza di età, di cultura e di dialetto: piano piano nelle mie giornate è tornato a splendere il sole e la tristezza della lontananza dalla mia terra lasciava il posto alla gioia di essere accanto a persone che avevano bisogno di un po’ di compagnia. Ovviamente il servizio non si fermava lì, avevamo altri compiti: in particolare ad ognuna di noi erano stati affidati dei progetti; il mio riguardava la sfera cognitiva, nello specifico si trattava di stimolare la memoria autobiografica. Questo ha rappresentato una grande opportunità per me, perché mi ha permesso di mettere a frutto alcune competenze che avevo acquisito con la laurea… e non solo…mi sono sentita onorata di essere lì con le signore, perché ho avuto la fortuna di poter parlare con persone che hanno vissuto a cavallo di due secoli, testimoni della fine di un mondo in cui la tecnologia contemporanea era un sogno futuristico, e costruttrici di un presente, che senza i loro sacrifici, non avremmo mai avuto.

In quei mesi ho imparato tantissime cose: come assistere qualcuno e soddisfare i suoi bisogni primari; la pazienza e la comprensione perché tutto quello che per noi è scontato, camminare, mangiare, ricordare un’azione compiuta pochi minuti prima per loro è faticoso e spesso è un ostacolo insormontabile; la bellezza di fare qualsiasi cosa con lentezza… Può sembrare un controsenso dato che la società in cui viviamo ci porta sempre a correre, invece secondo me è un pregio, poiché si ha la possibilità di riflettere in maniera più profonda e di dare un maggior senso alle cose.

Le persone anziane sanno che il tempo rimasto loro è poco, pertanto ogni minuto è prezioso, ogni gesto è rivolto ad assaporare la vita… Penso che dovremmo prenderci del tempo tutti perché la frenesia del mondo di oggi non ci sta portando niente di buono: i rapporti umani sembrano non esistere più, si pensa prima di tutto ai soldi e al lavoro dimenticando che alla base di una felicità vera ci sono l’amore e il rispetto reciproco: certo, il denaro ha la sua importanza, ma non è tutto!

Le ospiti mi hanno fatto riscoprire l’importanza del sapersi affidare, la fiducia negli altri e in Dio, convinzioni che in seguito al cambiamento di vita avevo smarrito…

È questa la più grande lezione di vita che mi hanno dato ed io non finirò mai di ringraziarle. A distanza di quasi due anni dalla fine del servizio capisco il senso di tante situazioni che ho vissuto: ora lo so, era importante per me vivere un anno come quello, in particolare per due motivi: la prima cosa fondamentale è stata l’aver ritrovato la forza per affrontare il mondo da sola, consapevole che l’affetto delle persone lasciate a Roma mi accompagnerà sempre; la seconda invece è la maturità della mia coscienza rispetto a tutto ciò che abbiamo oggi. Sentire i racconti di guerra, una tragedia immane che davvero non ha risparmiato nessuno, fa capire quanto siamo fortunati a vivere nel duemila (nonostante tutte le disgrazie e le calamità che purtroppo vediamo tutti i giorni al telegiornale) e fa nascere spontaneo un ringraziamento per chi, come le ospiti, ha lottato per la propria sopravvivenza nella speranza di un mondo migliore.

Il senso del servizio civile è proprio questo: noi conduciamo una difesa della patria non armata riferita a valori comuni sui quali si fonda l’ordinamento democratico, la stessa democrazia che i nostri nonni hanno contribuito a realizzare pagando un prezzo altissimo, perciò il nostro compito è di raccogliere il testimone e continuare a diffondere gli ideali di legalità e giustizia propri di uno stato civile.

Uno dei regali più belli è stata l’amicizia che ho stretto con le altre volontarie: Alessandra, Cristiana e Giulia; sono stata davvero fortunata ad averle come colleghe! Da subito abbiamo formato una buona squadra, ci siamo sempre aiutate, sia nella scelta dei turni, cercando di venirci incontro, che nei momenti difficili che ognuna di noi ha vissuto. Il nostro affiatamento è stato talmente forte che le suore l’hanno definito una “magica alchimia”: Effettivamente è vero, perché l’intesa è nata subito nonostante la differenza di età ed i diversi luoghi di provenienza… a volte avevo l’impressione di conoscerle da sempre. Incontrarle è stato fondamentale, senza di loro non sarei riuscita a superare tanti momenti difficili; ciò che mi rende ancora più contenta è la possibilità di vederci di nuovo ed è bellissimo perché la magia di allora la sentiamo ancora!

Loro non sono state l’unica soddisfazione, un’altra persona ha reso la mia vita più facile: con lei mi sono sentita a casa; il suo ottimismo incrollabile mi ha “costretta” ad avere una visione migliore della realtà, mi ha fatto capire che c’è tanta bellezza intorno a me e che la tristezza, la rabbia ed il rancore non portano da nessuna parte… Mi ha aiutata a seppellire l’ascia di guerra nei confronti di un mondo che può ancora essere migliorato… Questa ragazza risponde al nome di Sara, lei ha svolto il suo servizio al Centro Studi Presenza Donna, ci siamo conosciute durante gli incontri di formazione.

Come ultima nota personale vorrei aggiungere che grazie al servizio civile ho trovato la mia strada: attualmente lavoro in una cooperativa sociale che si occupa di assistenza alla persona, ne sono davvero orgogliosa perché ho la possibilità di continuare il processo di cambiamento iniziato il primo di ottobre 2008!

Per tutto questo ringrazio le suore perché ognuna di noi ha potuto sfruttare i suoi talenti ottenendo così tante belle soddisfazioni; grazie perché ci avete accompagnate con la formazione, i consigli, i rimproveri, ma soprattutto il sostegno  nelle situazioni di difficoltà, nell’approccio con le ospiti… Infine grazie perché l’ideale si è trasformato in un atto concreto, in cui ognuna di noi ha potuto contribuire alla costruzione di qualcosa di grande!

Daniela Alesse