Caro Diario,
mi ritrovo a scrivere qualche riga riguardo agli ultimi mesi di servizio civile nazionale che sto vivendo e sono pervasa da infinite emozioni; gioia, nostalgia, paura, consapevolezza, incertezza e ricordi di quello che è stato un percorso molto intenso. Il servizio civile mi ha resa una persona che si è risvegliata da un letargo intellettuale e spirituale dove sono rimasta relegata per molto tempo; in una frenetica routine quotidiana ho cercato e rincorso una stabilità lavorativa alla quale miro tuttora ma senza mai considerarmi come persona capace di avere degli interessi… Diciamocelo, le aspirazioni al giorno d’oggi sono considerate una forma di presunzione e forse in parte ne sono ancora convinta, nonostante una parte di me continui a far galleggiare quello che sono e ciò che ho riscoperto.
In questo anno mi sono ritrovata una persona nuova nei pregi e nei difetti, una silenziosa guerriera di ideali che ai giorni d’oggi, in un mondo sfruttato e tormentato, non possono più passare in secondo piano. Nelle riviste del centro studi ho appreso e incanalato nella mia sfera emotiva le testimonianze e le spaventose statistiche di violenza, discriminazione di genere, conflitti mondiali, odio per lo straniero e azzeramento dei diritti umani e individuali di noi persone, esseri in cerca di libertà ed emancipazione.
Mi definisco una persona fin troppo emotiva e questo rappresenta anche un aspetto negativo perché prendo tutto sul personale, in quanto anch’io appartengo al genere umano… ma è così sbagliato? Forse nel mondo omologato e consumistico attuale sì, credo io stessa di essere totalmente fuori posto, a volte penso addirittura di essere “esaurita”!
In parte, però, trovo tutto ciò una meravigliosa parte di me che è riemersa grazie all’esperienza di servizio civile, promotore attraverso i suoi volontari di difesa non armata della nazione, e credo sia stato l’obiettivo che ho meglio raggiunto in questo lungo ma brevissimo tempo. Attualmente questa esperienza è minata da vari cambiamenti a livello governativo, nei quali non mi immergo nemmeno perché ne uscirei più confusa di prima! Ma una cosa alla luce della mia esperienza mi sento di dirla: questa possibilità non deve fermarsi. Il prossimo bando non è ancora uscito anche se dovrebbe già essere pubblicato, di fatto non è così. Uno degli slogan del servizio civile è “un’esperienza che ti cambia la vita”, ed è proprio vero! Non ha tolto le mie paure riguardo al futuro che mi attende, la scarsa considerazione di me stessa o il fatto che forse non seguirò mai le mie aspirazioni, ma di fatto non si può negare che abbia risvegliato parecchie coscienze accantonate dallo stato di omertà e indifferenza nel quale viviamo, e già questo credo sia un traguardo immenso per camminare verso una società migliore, quella che voglio io e quella che potrebbero riscoprire molti dei futuri volontari che, purtroppo, non hanno ancora la possibilità di sapere quando intraprendere questa avventura! Nella dolce nostalgia di questi ultimi mesi e nella speranza che questa opportunità possa esser presto intrapresa, con il desiderio di una nuova ed empatica società, ti lascio sulle note di una canzone che a parer mio riassume queste mie parole, nella stessa piacevole confusione emotiva!
Tua,
Laura