La preghiera al femminile in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, ha visto una grande partecipazione. Tante donne e uomini si sono riuniti per condividere un momento di scambio, preghiera ed ascolto presso la chiesa di San Giuseppe a Vicenza. Gli incontri di approfondimento in occasione dell’8 marzo vengono organizzati da molti anni: questa è la venticinquesima edizione. È una serata di incontro e di veglia, di meditazione sulla Parola, di ascolto delle testimonianze di ospiti e di riflessione su varie tematiche. La preghiera al femminile di quest’anno ha per titolo “Abitare il creato. Donne e uomini ospiti di Madre Terra”. Il commento dei brani biblici che hanno cadenzato i tre momenti della preghiera, sono stati curati dalla teologa Matilde Mantoan.
All’interno dell’incontro sono state protagoniste tre donne con le loro testimonianze, che pur provenendo da esperienze di vita molto diverse condividono e si impegnano per proteggere e promuovere valori, quali la cura dell’ambiente e la condizione della donna.
La prima narrazione è stata quella di Elena Bollini, che è intervenuta a nome del gruppo “Mamme No Pfas”, che lotta tutt’oggi per l’acqua pulita in Veneto e a Vicenza, dopo che i fiumi e le falde del territorio sono stati contaminati da sostanze dannose. Elena fa parte delle “Mamme No Pfas” dal 2017, un gruppo nato a seguito di uno dei più drammatici disastri ambientali, provocati principalmente dalla fabbrica Miteni, che ha segnato il vicentino ed il Veneto in generale. Ha condiviso la sua coraggiosa esperienza e confronto con gli anni di omertà ed inquinamento della zona in cui abita, che ha avuto forti implicazioni nella salute dei bambini e delle bambine. Ci ha descritto come il gruppo di cui fa parte sia nato da semplici conoscenze ma con un obiettivo comune: l’urgenza di conoscere le cause di quanto successo e la ricerca di una soluzione. Il loro impegno le ha portate a grandi successi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, anche se c’è ancora molta strada da fare. Credono nell’agire insieme e nel “fare comunità”, grazie a cui hanno capito come muoversi attivamente e unitamente, così da poter fare la differenza. Il gruppo “Mamme no Pfas” è costituito da donne che hanno fatto rete con altre donne, per affrontare insieme cose più grandi di loro stesse, per proteggere e difendere una causa, e chi ne soffre.
Il secondo intervento è stato quello di Marina Marcolini socia fondatrice e vice presidente dell’associazione di promozione sociale “Casa dei sentieri e dell’ecologia integrale”, che ha sede a Isola Vicentina, presso il convento di Santa Maria del Cengio, e fa parte della rete “Comunità Laudato si’”. Fondare un’associazione, basata sull’enciclica “Laudato si’”, per impegnarsi attivamente in attività culturali e spirituali di formazione, aiuta a uscire dal senso di paura, impotenza, paralisi che si provano davanti a problemi e minacce tanto grandi e a creare una comunità che si interroga, prova piste di ricerca e nuovi stili di vita, fa insieme esperienze per ritrovare speranza e forza per cambiare. Marina afferma che il rispetto del creato, di cui siamo parte, e di tutti i viventi è il fondamento per costruire società orientate alla salvaguardia e alla fioritura della vita anziché allo sfruttamento selvaggio della natura, delle donne e degli uomini. Questo potrà avvenire solo attraverso un grande sforzo collettivo di cammino verso la pace: pace con madre terra e pace tra gli esseri umani. Nel concreto, con le loro molte attività sperimentano e favoriscono la conoscenza di: spiritualità del creato, teologia e letteratura ecologica, buone pratiche economiche, agricoltura sostenibile, valorizzazione del territorio, ecc. Alla radice di tutte le grandi crisi attuali ci sono paradigmi culturali che vanno superati. In particolare, essere donna significa portare la differenza di genere nello specifico di tutte le diverse questioni che affrontiamo (di quale cultura abbiamo bisogno? Di quale economia? Di quale spiritualità? Come rileggere e riproporre la fede cristiana in un’ottica non patriarcale e rispettosa dei viventi anche non umani?). Nello statuto dell’associazione il pensiero delle donne è esplicitamente valorizzato: uno degli obiettivi è “favorire la conoscenza e la valorizzazione del pensiero delle donne quale importante strumento di cambiamento”.
Infine, l’ultimo intervento è stato quello di Monica Panozzo, che ha condiviso la sua esperienza di sostenibilità ambientale e umana, realizzata nel processo produttivo della grande azienda Zordan, di Arzignano, in cui lavora. Nel suo lavoro di responsabile d’impatto, cerca di massimizzare l’integrazione dei vari sistemi di gestione aziendale in modo da renderli strumenti dinamici, che aiutino a svolgere le attività in modo sicuro, efficiente ed ecosostenibile. Innanzitutto, la sua attenzione si rivolge alla riduzione delle emissioni inquinanti in quanto obiettivo dell’azienda è quello di avere un impatto ambientale minimo, anticipando le normative stabilite dal COP28. Monica si occupa anche della cura dell’ambiente lavorativo interno, importante contesto di scambio e ascolto, sorgente a volte inaspettata di suggerimenti e consigli per tutti i componenti dell’azienda. Secondo Monica, infatti, oltre a curare l’ambiente di lavoro è essenziale curare chi lo abita, nell’inclusività di ogni persona, nella valorizzazione di ogni competenza e oltre ogni discriminazione, con il rispetto e la promozione della donna. Gli obiettivi sono stati raggiunti grazie ad un lungo percorso, che ora richiede un impegno costante per continuare a portare frutto.
Anche quest’anno la veglia è nata dalla collaborazione tra Presenza Donna con altre realtà: Fondazione Homo Viator San Teobaldo, La Voce dei Berici, Radio Oreb, Centro Culturale San Paolo. La preghiera è stata patrocinata dal Comune di Vicenza e realizzata grazie al contributo del progetto 8xmille della Chiesa cattolica.
Veronica Brusaterra