“In principio era la Parola e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio. E la Parola si fece carne e abitò tra noi.”
Nel Prologo del Vangelo di Giovanni emerge con forza il desiderio di Dio di entrare in comunicazione, di rompere il silenzio e riprendere il dialogo, per rimettersi in relazione con l’uomo.
La comunicazione di Dio genera vita e luce, come durante i giorni della Creazione, crea ogni essere vivente e alimenta l’esistenza di ogni cosa. Se accolta, la sua Parola dona la capacità di diventare figli di Dio: quanto più rimaniamo connessi a Lui, tanto più viviamo l’appartenenza alla sua Vita come figli e ci lasciamo plasmare a sua somiglianza.
Ma oggi, quale Parola sta rivolgendo Dio all’umanità? Che Parola di Dio oggi il mondo non sta accogliendo? Dentro il disegno di salvezza di Dio nasce uma nuova speranza nel Natale ma, oggi come allora, i valori della pace, della fraternità e dell’accoglienza faticano a incarnarsi in noi e non trovano posto nelle nostre case. Giorno dopo giorno i nostri gesti e le nostre azioni possono diventare ostacoli alla sua venuta, possono diventare, senza che noi ci accorgiamo, un rifiuto al Suo abitare in noi.
Ma l’incarnazione del bambino di Betlemme avviene anche oggi, supera ogni ostacolo e ci rende capaci di radicarci nella realtà dell’altro, e nel nostro quotidiano ci trasforma in testimoni coraggiosi e luminosi della Speranza.
Nel Natale chiediamo di poter entrare profondamente in relazione con noi stessi e con Dio che ci ha intessuto fin dal grembo materno, accogliendo e annunciando la vita nuova segnata dalla semplicità e dalla fragilità del bambino Gesù.
sr Monica Cestari Nascimento