Ultima parte della proposta biblica di sr Lucia Antonioli sulla passione, che prende in considerazione Elia!
A UNA VITA ACCESA DELL’AMOR DI DIO NULLA MANCA
L’altra cosa che notiamo dalla vicenda del profeta Elia è che Dio progressivamente ci rivela le esigenze della missione… E’ un cammino lungo… “E’ un monte alto da salire”, direbbe Madre Giovanna Meneghini, e proprio per questo nutre il tuo cammino con il cibo mandatogli dall’angelo.
Per questo tipo di cammino, cioè per vivere accesi dentro, con lo Spirito vivo, con gli occhi devono essere puntati sempre a Cristo: occorre un cibo diverso, che non è quello umano… il cibo che viene dal cielo, da Dio, con quello possiamo avere la forza per camminare 40 giorni e 40 notti fino al monte di Dio. Qui il cibo portato dall’angelo è simbolo dell’Eucaristia, il pane vivo disceso dal Cielo, come lo chiama Gesù.
Ora il numero 40 nella Bibbia, come sappiamo, è un numero simbolico: è la cifra dell’esistenza: quarant’anni, quaranta giorni… Ci dice che il cibo di cui si parla è un cibo che occorre prendere sempre per non lasciarsi prosciugare, consumare, dalle prove della vita…
L’orizzonte di significato è celeste, non terrestre!
La PASSIONE dunque non è un’esperienza per pochi, ma è un invito, una chiamata per tutti: di passare cioè da questo mondo a quello del Padre, di prendere dimora in Dio, di vivere tutto in questo orizzonte di significato che viene dall’alto e che ci viene incontro, come il corvo di Elia… occorre mangiarlo e nutrirci di questo cielo per vivere la nostra terra. E’ un radicale cambio di prospettiva, come quello vissuto dal profeta Elia e che ritroviamo in questo passaggio del primo libro dei Re.
La conoscenza di Dio: 1 Re 19, 9-15
Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita».
Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsi, come re di Israele e ungerai Eliseo figlio di Safàt, di Abel-Mecola, come profeta al tuo posto.
sr. Lucia Antonioli