Condividiamo la storia di una donna coraggiosa, Anna Gréki, pubblicata da Radio Bullets nei giorni scorsi. Potete ascoltare il podcast qui.
Per il diritto di essere.
Per il diritto di vivere.
«Per tutte le mie sorelle.
Il futuro è per domani.
Il futuro è tra non molto.
Il sole delle nostre mani assume una luce selvaggia
luce nella nuda rabbia che sale alle nostre bocche,
la memoria collettiva rende il futuro maturo,
e questo ricordo dolce al gusto. In prigione
essere liberi sfida ogni nostro amore,
amate la voce precisa di queste lotte senza fine
che ci hanno gettato lì dentro, in piedi
sulle tombe degli ulivi e degli uomini.
La crudeltà della nostra vita sarà capita e giustificata».
Queste sono le PAROLE AL VENTO di Anna Gréki, poetessa algerina di origine francese. Anna Gréki, che sarà una figura importante nella lotta per l’indipendenza dell’Algeria dalla Francia. Lei appartenente alla terza generazione di una famiglia francese stabilitasi in Algeria, unica famiglia di insegnanti progressisti a essere integrata nella cultura del posto. Ed è a Batna, nell’Algeria francese, che Colette Anna Grégoire nasce, il 14 marzo 1931. Trascorre la sua infanzia a Menaa, in una comunità berbera che aiuta tutta la famiglia Gréki che vive in condizioni economiche difficili. «La mia infanzia e i miei piaceri sono nati là, a Menaa, e dopo vent’anni le mie passioni ne sono il frutto. Tutto ciò che mi tocca l’animo in questo mondo viene da un enorme dipinto in rosa e bianco sulle mappe».
Dopo aver iniziato gli studi in Algeria, Anna prosegue la sua formazione presso la facoltà di lettere all’università di Parigi. Qui si avvicina al movimento studentesco della lotta per l’indipendenza algerina. Anna decide di tornare in Algeria per prendere parte alla lotta per l’indipendenza, e nel 1955 si unisce al Partito Comunista Algerino, iniziando così al suo interno la progressiva lotta per l’indipendenza. Il 21 marzo del 1957 Anna Gréki viene arrestata, torturata e infine imprigionata ad Algeri.
«Non so più amare se non con la rabbia nel cuore
È il mio modo di avere cuore da vendere
È il mio modo per superare il dolore
È il mio modo di bruciare le ceneri
A forza di colpi di cuore, a forza di rabbia
L’unico modo leale che mi risparmia».
Successivamente mandata in un campo di prigionia, nel 1958 Anna viene deportata, probabilmente a causa delle sue origini francesi. Si sposa nel 1960 a Tunisi con un algerino di nome Jean Claude Melki.
Il nome d’arte, Anna Gréki, si forma dalla fusione dei due cognomi, quello di Anna Grègoire e quello da sposata Melki. A Tunisi, Anna Gréki pubblica il suo primo libro, e dopo l’indipendenza ottenuta nel 1962 decide di tornare in Algeria. Qui Anna è letteralmente entusiasta per la costruzione di un’Algeria “popolare, democratica e socialista”, per la quale aveva sempre creduto e lottato, ma ne deplora subito la svolta autoritaria. Anna Gréki muore il 6 gennaio 1966 durante il parto.
Aveva 34 anni.
Per tutta la vita le PAROLE AL VENTO di Anna Gréki sono parole di miele rivolte alla sua infanzia, alla sua amatissima terra d’Algeria, al sacrificio di tutti gli uomini e di tutte le donne che hanno dato la loro stessa vita per la costruzione di una terra giusta.
«Vi premo contro il mio petto, sorelle mie,
Costruttrici della libertà e tenerezza
E vi dico di aspettare domani
Noi sappiamo infatti
Il futuro è presto
Il futuro è tra non molto».
Dafne Malvasi