Insieme per l’eliminazione della violenza contro le donne
Venerdì 25 novembre 2022, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione del-la violenza contro le donne, ci siamo incontrati nella chiesa di San Lorenzo a Vicenza per la preghiera ecumenica “Mai più”. Ad accompagnarci nella riflessione è stata la figura biblica di Dina, poco conosciuta e di cui si parla nel libro della Genesi. “Dina, la figlia che Lea aveva partorita a Giacobbe, uscì per vedere le ragazze del paese. Sichem, figlio di Camor l’Ivveo, principe del paese, la vide, la rapì e si unì a lei violentandola” (Gen 34,1-2 dalla traduzione Nuova Riveduta). Il commento biblico offerto da Daniela Santoro, pastora della chiesa evangelica metodista di Padova, mette bene in luce come la violenza non sia mai frutto dell’a-more. “Quella di Dina ci ricorda tante storie simili, storie di un grande amore, tanto grande che non sa aspettare e che non è in grado di accettare di non che arriva a esprimersi con la violenza, nella comprensione che chi si ama sia una proprietà da prendere, da possedere, da controllare… Anche punire, nel caso in cui l’oggetto-donna di questo amore non capisca che è per il suo bene che si sta agendo così”. Sono parole forti e purtroppo reali quelle della pastora Daniela. “Dina è una ragazza curiosa, temeraria per certi aspetti, è la figlia di Giacobbe e lascia la sua tenda per «vedere le ragazze del paese». Magari per l’occasione si era vestita diversamente, si era fatta bella. Ma una giovane donna straniera che entra in città da sola, come può sperare di non farsi notare. Dina è stata notata dal principe Sichem, l’uomo più onorato della città, una fortuna per lei! Anche perché dopo averle fatto violenza, il principe si innamora di lei e la vuole te-nere con sé… al sicuro”. Nella mentalità comune si cade nel pregiudizio che sia stata Dina a cercarsela, perché non è riuscita a rendersi invisibile, a vestir-si in modo adeguato per passa-re inosservata; perché non ha percorso solo strade frequentate e solo in compagnia di qualcuno.
Ieri come oggi, conclude la pastora, “molte donne finiscono per credere che per essere accettate devono rinunciare alla loro identità e piegarsi agli stereotipi. Così facendo, però, vanificano l’impegno di tante altre donne che hanno lottato perché fosse riconosciuto il diritto per tutte di esprimersi, di studiare, di fare carriera, di amare… Don-ne che hanno lottato per avere il diritto di «entrare in città». Vestite come vogliono, da sole o in compagnia, senza chiedere il permesso e senza essere controllate, senza temere per la loro incolumità. Rivendicando solo di poter essere così come so-no state create: libere, responsabili, figlie dell’unico Dio che le ha amate e le ha salvate”.
Per ogni donna che nel 2022 ha subito violenza abbiamo poi acceso un lumino. Il rosso, colore simbolo della giornata, illuminato dai nomi delle vittime, ci sprona a dire con forza “Mai più” alla violenza sulle donne.
sr Elisa Panato