Zenzarini, pevarini, zaetti, moretti, parpagnacchi, ravioli di albicocca, pagnottelle 7 cereali… e tanti altri. Un profumo fragrante che ti fa venire voglia di assaggiarli tutti. E un’unica etichetta: Libere Golosità, con un buffo cappello da cuoco con le strisce della vecchia divisa da detenuto sopra la G.
Ricordo la faccia incuriosita e golosa degli amici a cui lo scorso Natale ho donato un sacchetto pieno di tante ghiottonerie. Avevo scommesso che non avrebbero mai indovinato l’origine … e ho vinto la scommessa. Perché le “Libere Golosità” sono prodotte nella casa circondariale di Vicenza, “il San Pio X”. Il nome del marchio è già un programma: produrre golosità rende liberi, oppure non ci sono sbarre che possano rinchiudere ciò che è buono.
Guerrino è il presidente e l’anima della cooperativa “Saldo & Mecc” che gestisce l’attività all’interno del carcere. Dopo una prima vita nel sindacato, adesso un’altra per organizzare, far partire, far conoscere, commerciare i prodotti. E gli ostacoli sono stati e sono sempre tanti! Nella fase di avvio si sono dovuti affrontare quelli legati al particolare ambiente: la produzione autonoma all’interno di una Casa Circondariale inevitabilmente genera curiosità, sospetti, diffidenze e porta con sé ulteriori impegni per il personale. Ci vogliono tenacia e determinazione per combattere contro burocrazia, permessi, costi, intoppi di tutti i tipi. Finalmente, nel 2000, si parte! Quando gli chiedi il perché di una Cooperativa all’interno di una casa di reclusione, Guerrino risponde con un programma-manifesto dagli ampi orizzonti etici e sociali: “Siamo convinti che il solo ‘stare rinchiuso’ per un periodo più o meno lungo non comporti una crescita umana ma, semmai, il peggioramento di una situazione già compromessa. E’ nostra convinzione che pensare di aver risolto i problemi solo attraverso la reclusione sia un’illusione e serva solo a pacificare la nostra coscienza e a soddisfare il nostro desiderio di rivalsa. Un giorno ‘quell’uomo’ ritornerà libero e si ritroverà, dopo aver trascorso un periodo più o meno lungo della sua vita nel ‘vuoto’, a dover affrontare il ‘pieno’ del mondo, senza arte né parte ed in più marchiato. Se in carcere ‘quell’uomo’ aveva le porte chiuse per uscire, nella società troverà chiuse le porte per ‘entrare’. A nostro avviso la trasformazione passa attraverso la scoperta o la riscoperta della dimensione umana del vivere sociale, legate alla possibilità di avere un lavoro e una propria autonomia economica. E nel vivere sociale la possibilità di avere un lavoro, la possibilità di avere una propria autonomia economica sono fatti essenziali. Certamente la conquista di una professionalità, di una autonomia economica, non risolve tutti i problemi, ma riteniamo siano ottimi strumenti per ri-iniziare una nuova vita”.
In principio la cooperativa a tutto pensava fuorché ai biscotti e ai grissini. Sono passati 16 anni, con più di 100 cittadini detenuti “passati” per i laboratori, e sembra davvero passato un secolo.
Il mercato del lavoro nel Veneto di allora soffriva di carenza di manodopera nell’ambito della meccanica e dell’edilizia e perciò ci si è orientati a creare figure professionali specializzate nella saldatura, tornitura, fresatura. Da qui la scelta del nome Saldo & Mecc: saldatura e meccanica.
Una volta consolidate le attività iniziali, perché non ampliarle con nuove strade? “Sotto la guida esperta di un Maestro Fornaio, dopo aver studiato e fatto molta pratica – continua Guerrino – abbiamo avviato dall’autunno del 2014 la nuova produzione: panettoni, colombe, crostate, biscotti, grissini, pane biscotto casareccio. Tutti i nostri prodotti sono il risultato dell’utilizzo di materie prime di alta qualità, lavorate con professionalità al fine di ottenere prodotti senza additivi e coloranti. Abbiamo proceduto ad un’ulteriore fase: verifica sul campo attraverso prove d’assaggio a svariate persone con relativa relazione. I pareri sono stati positivi: è arrivato dunque il momento di affrontare il giudizio del mercato. La distribuzione avviene soprattutto con ordinazione diretta alla cooperativa, visto la difficoltà di avere un punto vendita fisso. Non chiediamo che i prodotti vengano acquistati per solidarietà ma perché sono buoni e sani!”
Più eloquente di ogni altra parola è la lettera con cui Stefano, un giovane con una lunga esperienza carceraria, ma ormai a pochi mesi dalla libertà, ringrazia dell’opportunità avuta (si preferisce riportarla così come è stata scritta): “Cosa potrei dire su quello che ho potuto imparare o meglio essere guidato verso un nuovo stile di vita. Sapete non avevo molte pretese ma piano piano ho scoperto che anche lavorare onestamente paga e forse sono stato fortunato perché non vengo trattato da detenuto ma da persona e poi ho avuto in sto posto persone che pian piano si sono fidate di me e mi stan facendo crescere in primis come uomo e poi come lavoratore visto che sono entrato giovane e ero arrogante e viziato e grazie al lavoro son diventato un ragazzo con una possibilità e questo lo devo al Sig. Tagliaro che ha creduto in me visto che non so cosa ha visto in me. Sapete al colloquio son stato sincero gli avevo detto che non avevo mai lavorato ma mi ha dato lo stesso sta possibilità e io l’ho ripagato con l’impegno in quello che faccio ma anche un gran merito ce l’ha il mio maestro fornaio: penso che il ringraziamento più grande sarà fuori da qua se userò i mezzi che queste due persone mi stanno dando. Grazie”.
E’ bella l’immagine scelta da Guerrino alla fine della chiacchierata: “Il nostro scopo è far sì che nello zaino che il cittadino ex detenuto si porta fuori dal carcere ci sia, oltre alla rabbia e all’amarezza condita dalla gioia del fine pena, anche un reale strumento, suo personale, che lo aiuti nell’inserimento”. Ed è uno zaino pieno anche di tanta dolcezza al profumo di libertà, da donare a se stessi e a tanti altri.
Conversazione tra Guerrino Tagliaro e Chiara Magaraggia