Per una presenza evangelica del femminile

“Salvezza e santificazione”. Intesi dalla Fondatrice, all’inizio del ventesimo secolo, in prospettiva prevalentemente religiosa, benché Giovanna con le sue prime figlie fosse attenta a cogliere anche i bisogni di aiuto, per offrire risposte immediate, questi termini “salvezza e santificazione” oggi li rileggiamo alla luce della Parola di Dio e del magistero della chiesa e ne cogliamo il significato pieno per la totalità della persona. Fede e vita non vanno mai separate. Anzitutto, impegnarsi oggi per la “salvezza” della componente femminile di un popolo, sotto ogni cielo, ha questo significato: oltre che aiutare la donna a camminare nella via della verità e del bene sul piano religioso, offrirle stimoli al pensare e all’agire e darle una mano concretamente perché sappia essere se stessa come persona e non si riduca schiava di nessuno, impari a salvaguardare la propria dignità e porti avanti una ricerca solidale delle giuste condizioni di vita, specialmente nell’armonia di coppia e nella cura della famiglia. Significa inoltre contribuire con la formazione, le iniziative culturali e gli interventi caritativi ad aprirle la strada verso ciò che è veramente umano nella famiglia e negli ambienti sociali, a suscitare  senso di responsabilità verso il mondo e la storia.

Con un servizio alla “salvezza” così intesa, le comunità orsoline inserite di preferenza nelle realtà popolari hanno di mira la “santificazione” della componente femminile, partecipando attivamente alla missione evangelizzatrice della chiesa. In questa prospettiva, cercano con ogni studio e mediazione di unire concretamente le forze in tutte le realtà, così che specialmente le donne arrivino alla scelta di una fede adulta, ad un’amicizia personale con Cristo che sia tutt’uno con la loro vita affettiva e familiare e con i loro ruoli, lavorativi o sociali. Da questa esperienza sono numerose le donne che traggono ispirazione e forza per coinvolgersi personalmente, come coppia e famiglia, nella vita di fede e di missione della comunità cristiana. E così si consolidano delle famiglie come piccole comunità di fede e di amore, aperte alla testimonianza verso il mondo. E’ la via che ci è stata indicata  da Dio stesso, che ha scelto una donna umile e semplice, Maria di Nazareth, per entrare nel mondo e santificare tutto ciò che è umano.

Per le Orsoline oggi, essere fedeli all’azione di Dio, nella finalità dell’apostolato attivo,  cioè in quella parte che è stata loro assegnata da Dio stesso nella missione della chiesa, domanda una ricorrente attualizzazione dell’espressione con cui Giovanna, attenta ai segni dei tempi e in dialogo di ricerca,  ha definito la missione delle sue figlie: “salvezza  e santificazione della classe popolare femminile”.

In Italia, oggi come ieri, in ogni ambiente umano in cui pochi sono i privilegiati che vivono al sicuro, la realtà popolare è costituita dall’ampia fascia della gente comune, che vive del proprio lavoro, faticando e cercando per quanto può di migliorare le proprie condizioni di vita, tra famiglia, lavoro e rapporti sociali. Ne vediamo e ne ascoltiamo ogni giorno le situazioni, la vediamo soggetta alle fluttuazioni economiche e politiche prodotte dalle decisioni prese più in alto, e quindi ad una grande precarietà. Ci preoccupa costatarla così acriticamente influenzata dalle mode culturali sul costume, specialmente della donna, dell’amore umano e della famiglia, oltre che nell’allontanamento sempre più massiccio dalla pratica religiosa se non dalla fede, con esiti di sfaldamento e di rottura che sono gravi di conseguenze specialmente per i figli.  Ci interpella inoltre in Italia la complessità della nuova realtà multiculturale e multireligiosa alla quale i nostri ambienti sociali sono in gran parte ancora impreparati e inadeguati, con il conseguente risucchio di sempre più numerose persone e famiglie, specialmente delle donne con o senza figli,  nella marginalità.

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