In memoria del 65esimo anniversario della morte
La chiesa di San Lorenzo, nei limiti previsti, si è riempita inaspettatamente la sera del 15 febbraio. Insieme abbiamo vissuto una curata e coinvolgente celebrazione eucaristica in memoria dei 65 anni dalla nascita al cielo di Elisa Salerno.
Il vescovo Beniamino, che ha presieduto, ha cercato di comprendere la vita di Elisa Salerno alla luce della Parola di Dio, scegliendo con attenzione le letture della Messa. La prima (Sir 17,1-13) è stata commentata dalla Salerno stessa nella lettera del 18 ottobre1951: se il Signore creò uomini e donne a sua immagine, donando loro scienza, intelligenza e discernimento, occorre vigilare sulle ingiustizie e prendersi cura del prossimo. Collegata a questa, è stata poi proposta la lettura del Vangelo di Matteo (Mt 5,13-16). Il vescovo ha contestualizzato l’“essere sale” di Elisa nella sua terra di Vicenza e il suo “portare luce” in un mondo martoriato dalle guerre, dalla miseria, dalle disuguaglianze e dai soprusi verso le donne. Con la sua “penna inquieta”, infatti, è stata maestra di parresia (franchezza) denunciando le ingiustizie e annunciando il suo amore per la verità che l’ha portata ad essere una voce scomoda. Prosegue il vescovo: “l’origine del suo pensiero per la «Santa Causa della Donna» è Cristo che mediante le sue parole e le sue azioni ha superato ogni discriminazione”, per cui “la prospettiva della Salerno è fortemente cristologica”. Purtroppo la sua missione per la promozione femminile non è stata compresa dai contemporanei, che l’hanno lasciata ai margini. Per cui, conclude il vescovo riprendendo il discorso di mons. Nonis del 2002, “è giusto chiedere perdono a Elisa da parte di molti uomini e donne di Chiesa, pure di Papi e Vescovi che non hanno compreso la sua missione per la «Santa Causa della Donna». Ma queste scuse vanno ampliate fino a coinvolgere anche molti uomini e donne politici e della società civile”.
Elisa ci ha lasciato un’eredità preziosa che va custodita e divulgata, insieme a quella di tante altre donne vicentine che hanno avuto il coraggio di uscire dagli schemi e lasciare un’impronta nella storia. Questo è quello che mette in evidenza il cortometraggio Di fuoco e d’ombra proiettato nella seconda parte della serata, realizzato dall’associazione L’IdeAzione insieme al libro a cui si ispira. La visione ci ha rapiti/e permettendoci di conoscere alcune figure femminili di cui ignoravamo l’esistenza e di approfondirne altre. Il ricordo di queste donne ci aiuta a conoscere le nostre radici per diventare noi stessi/e radici, appassionati/e di verità e liberi/e di annunciarla con parresia.
sr Elisa Panato