5 gennaio 2024: memoria di fondazione

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Gen

Dal 1907 a Breganze (VI) la sera del 5 gennaio non è più segnata soltanto dai primi vespri della solennità dell’Epifania, ma dalla memoria grata dell’inizio di una piccola famiglia religiosa, quella delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria.

Ricordando quel primo inizio della storia di congregazione, nel pomeriggio del 5 gennaio 2024 Madre Maria Luisa ha sottolineato che “anche noi ci inseriamo in questa successione di arrivi, come le prime sorelle” che giunsero una dopo l’altra nella nuova famiglia religiosa. “Nei luoghi delle origini oggi rinnova i voti sr Ianessa, a distanza di poche ore ma a Boa Vista (Roraima, Brasile) rinnova sr. Maria Julia, mentre sr Veronica rinnoverà domenica 7 gennaio”, ha continuato la Madre. “La loro gioia è la gioia di tutta la congregazione e quest’anno rinnovano una per continente”, ha spiegato.

Il primo momento di preghiera è stato scandito dalle tre parole chiave del capitolo generale del 2022: sorelle, coraggio e speranza. Sono stati passaggi di memoria grata. “Sorelle” per ricordare il 25° di fondazione nel 1932 quando, 10 mesi prima, l’allora vescovo di Vicenza Ferdinando Rodolfi aveva comunicato la decisione di sciogliere l’istituto, ma tutte le sorelle si riuniscono per festeggiare i 25 anni di fondazione e le ultime 4 sorelle fanno la professione, come era tradizione fare. Si legge nella cronaca dell’istituto che “nessuna pensa allo scioglimento. Tutte fidenti e sicure che Gesù benedetto ci donerà la grazia tanto desiderata”. “Coraggio” ha permesso di far memoria degli Esercizi spirituali proposti alle lavoratrici della fabbrica Zoppelletto, in un tempo in cui le prime sorelle non potevano accogliere giovani in formazione, eppure continuano a immaginare e desiderare proposte per le giovani. Era il 1935. “Speranza” è stato il passaggio al 1951, 44° anno di fondazione, quando nella cronaca d’istituto si ricorda la guarigione miracolosa di sr Cecilia Carollo da un tumore maligno alla gola per intercessione della madre fondatrice, Giovanna Meneghini.

Dopo questo primo momento, le sorelle si sono scambiate segni e parole sul cammino di ridisegno che la congregazione sta compiendo. “Questo è un tempo di condivisione e di scambio per consegnarci le une alle altre una parola, un segno”, ha spiegato Madre Maria Luisa, “che dica come stiamo e come stiamo vivendo questa fase di vita. Quale parola ci descrive?”.

La creatività non è certo mancata: dal quaderno già scritto ed aperto per dire che una parte di storia è stata scritta ed una parte ancora no, alla matita con gomma perché ci si sente strumento nelle mani di Dio e disponibili a rivedere il disegno abozzato, alla luce che rischiara ogni tipo di tenebra, all’angioletto con un’ala soltanto e ha bisogno di volare con un altro, ma ancora i passi di ogni sorella della comunità perché ciascuna ha i propri tempi, ritmi e stili… le comunità hanno espresso quanto sentivano. Tra i segni più originali un caleidoscopio, dove i colori indicano le caratteristiche specifiche carismatiche che non vengono meno, ma che si impastano in modo diverso nella realtà attuale, non meno bella e originale. L’intuizione è quella di coltivare le forme e le sfumature, che possono essere creative, grazie al soffio dello Spirito. Un’altra comunità ha sottolineato la necessità di flessibilità, coraggio e speranza in ottica di lungimiranza presentando il segno del binocolo.

Dopo una pausa ristoratrice, l’ultima parte del pomeriggio è stata riservata per la rinnovazione dei voti temporanei di sr Ianessa e la rinnovazione delle suore professe. Le altre juniores rinnoveranno i voti tra poche ore a Boa Vista (Roraima, Brasile) sr Maria Julia, mentre in Mozambico sr Veronica rinnoverà domenica 7 gennaio. Rinnovare per alcuni anni i voti è indicato dal diritto canonico ed è il tempo in cui si assume l’identità orsolina, ma per chi ha già emesso i voti definitivi, rinnovare ha senso per custodire la scelta iniziale e far in modo che la quotidianità non l’assopisca.

La gioia condivisa contagia i cuori ed è capace di dare nuovi slanci… ed è questo che i magi, tornati per un’altra strada, lasciano in eredità a tutti: ripartire con il coraggio di osare strade inedite.

Dal 1907 a Breganze (VI) la sera del 5 gennaio non è più segnata soltanto dai primi vespri della solennità dell’Epifania, ma dalla memoria grata dell’inizio di una piccola famiglia religiosa, quella delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Maria.

Ricordando quel primo inizio della storia di congregazione, nel pomeriggio del 5 gennaio 2024 Madre Maria Luisa ha sottolineato che “anche noi ci inseriamo in questa successione di arrivi, come le prime sorelle” che giunsero una dopo l’altra nella nuova famiglia religiosa. “Nei luoghi delle origini oggi rinnova i voti sr Ianessa, a distanza di poche ore ma a Boa Vista (Roraima, Brasile) rinnova sr. Maria Julia, mentre sr Veronica rinnoverà domenica 7 gennaio”, ha continuato la Madre. “La loro gioia è la gioia di tutta la congregazione e quest’anno rinnovano una per continente”, ha spiegato.

Il primo momento di preghiera è stato scandito dalle tre parole chiave del capitolo generale del 2022: sorelle, coraggio e speranza. Sono stati passaggi di memoria grata. “Sorelle” per ricordare il 25° di fondazione nel 1932 quando, 10 mesi prima, l’allora vescovo di Vicenza Ferdinando Rodolfi aveva comunicato la decisione di sciogliere l’istituto, ma tutte le sorelle si riuniscono per festeggiare i 25 anni di fondazione e le ultime 4 sorelle fanno la professione, come era tradizione fare. Si legge nella cronaca dell’istituto che “nessuna pensa allo scioglimento. Tutte fidenti e sicure che Gesù benedetto ci donerà la grazia tanto desiderata”. “Coraggio” ha permesso di far memoria degli Esercizi spirituali proposti alle lavoratrici della fabbrica Zoppelletto, in un tempo in cui le prime sorelle non potevano accogliere giovani in formazione, eppure continuano a immaginare e desiderare proposte per le giovani. Era il 1935. “Speranza” è stato il passaggio al 1951, 44° anno di fondazione, quando nella cronaca d’istituto si ricorda la guarigione miracolosa di sr Cecilia Carollo da un tumore maligno alla gola per intercessione della madre fondatrice, Giovanna Meneghini.

Dopo questo primo momento, le sorelle si sono scambiate segni e parole sul cammino di ridisegno che la congregazione sta compiendo. “Questo è un tempo di condivisione e di scambio per consegnarci le une alle altre una parola, un segno”, ha spiegato Madre Maria Luisa, “che dica come stiamo e come stiamo vivendo questa fase di vita. Quale parola ci descrive?”.

La creatività non è certo mancata: dal quaderno già scritto ed aperto per dire che una parte di storia è stata scritta ed una parte ancora no, alla matita con gomma perché ci si sente strumento nelle mani di Dio e disponibili a rivedere il disegno abozzato, alla luce che rischiara ogni tipo di tenebra, all’angioletto con un’ala soltanto e ha bisogno di volare con un altro, ma ancora i passi di ogni sorella della comunità perché ciascuna ha i propri tempi, ritmi e stili… le comunità hanno espresso quanto sentivano. Tra i segni più originali un caleidoscopio, dove i colori indicano le caratteristiche specifiche carismatiche che non vengono meno, ma che si impastano in modo diverso nella realtà attuale, non meno bella e originale. L’intuizione è quella di coltivare le forme e le sfumature, che possono essere creative, grazie al soffio dello Spirito. Un’altra comunità ha sottolineato la necessità di flessibilità, coraggio e speranza in ottica di lungimiranza presentando il segno del binocolo.

Dopo una pausa ristoratrice, l’ultima parte del pomeriggio è stata riservata per la rinnovazione dei voti temporanei di sr Ianessa e la rinnovazione delle suore professe. Le altre juniores rinnoveranno i voti tra poche ore a Boa Vista (Roraima, Brasile) sr Maria Julia, mentre in Mozambico sr Veronica rinnoverà domenica 7 gennaio. Rinnovare per alcuni anni i voti è indicato dal diritto canonico ed è il tempo in cui si assume l’identità orsolina, ma per chi ha già emesso i voti definitivi, rinnovare ha senso per custodire la scelta iniziale e far in modo che la quotidianità non l’assopisca.

La gioia condivisa contagia i cuori ed è capace di dare nuovi slanci… ed è questo che i magi, tornati per un’altra strada, lasciano in eredità a tutti: ripartire con il coraggio di osare strade inedite.

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