“La sera del 5 gennaio 1907 arrivò per la prima Orsola Balasso… Ad accoglierla Angela Franzan”.
Questo incipit memoriale di madre Giovanna Meneghini è noto a tutte le suore orsoline del Sacro Cuore di Maria, perché è “l’inizio degli inizi” potremmo dire, cioè l’inizio del primo nucleo orsolino in quel di Breganze (VI). Nella povertà materiale, la manifestazione divina ha scelto ancora una volta i cuori di giovani donne – Giovanna Meneghini, Orsola Balazzo ed Angela Franzan – pieni di fede e capaci di credere al sogno di Dio per loro.
E’ iniziata così la tradizione per tutte le orsoline di ritrovarsi insieme nella serata del 5 gennaio e di rinnovare i voti per rinvigorire insieme l’impegno preso davanti a Dio, personalmente e come congregazione.
Anche il 5 gennaio 2022 la congregazione si è ritrovata nella barchessa di Villa Savardo a Breganze, ma c’era nell’aria qualcosa di diverso.
Il covid-19 ha di fatto impedito di ritrovarsi fisicamente insieme nel 2021, quando ormai tutto il mondo era stretto dalla pandemia. E’ stata però l’occasione per un ritrovo online. Il miglioramento delle condizioni generali hanno invece reso possibile, almeno per alcune, di convergere a Breganze, seppur con tante attenzioni… e per tutte le altre il collegamento online! E’ stata un’esperienza onlife, online e life (vita), ovvero l’integrazione del reale in presenza e attraverso strumenti mediatici.
Non solo suore, però! Questa volta erano presenti anche i laici italiani che condividono il carisma di madre Giovanna.
Era palpabile l’emozione di rivedersi faccia a faccia dopo mesi, se non anni…e anche rivedersi attraverso uno schermo con le sorelle del Brasile, del Mozambico o che dall’Italia non potevano essere presenti, è stata comunque un’emozione particolare.
Nell’introduzione, Madre Maria Luisa ha accostato la festa dell’Epifania, cioè della manifestazioni a tutte le genti del Signore, alla ricorrenza di congregazione e ha accompagnato la riflessione con quattro parole: alzare il capo, luce, cammino e dono.
I magi hanno alzato lo sguardo al cielo, perché non si sono accontentati di guardarsi i piedi.
Battere da forte la via oscura è significato per Giovanna trovare sempre la luce, anche nei momenti di grande buio.
Camminare per cercare sempre la luce, proprio come il 5 gennaio 1907…
Infinite, i nostri doni.
Nella seconda parte dell’incontro, ogni comunità ha offerto un segno e/o una parola importante che sintetizzasse un aspetto rilevato nella verifica in preparazione al prossimo capitolo generale. Ogni comunità, ma anche i laici del gruppo Kar.in hanno condiviso aspetti molto significativi della loro vita.
Dalle cuffie per dire la scelta di ascoltare, al logo del cammino sinodale, al cuore accogliente, al “prendersi cura”, ai fiori per rappresentare la diversità, e poi ancora l’incenso, le chiavi con un cuore per dire l’accoglienza, un calice di cristallo, l’ampolla d’acqua, il balsamo… La creatività non è mancata né di qua né di là dello schermo: oggetti, parole (riflesso-formazione-integrazione; incarnazione; camminare), né nei modi (il canto “abbraccia il mondo”, il pane, il puzzle)…
E’ stato un vero scambio di famiglia, cuore a cuore.
La terza parte del pomeriggio è stata accompagnata da don Flavio Marchesini, direttore dell’ufficio famiglia e coordinatore della pastorale della diocesi di Vicenza, che ha proposto una riflessione sul tema del prossimo capitolo generale “Sorelle in un popolo che invoca coraggio e speranza“.
Don Flavio ha preso spunto da tre donne dell’Antico Testamento, Miriam, Debora ed Ester, per sottolineare il coraggio di queste profetiche figure che hanno saputo credere ed incoraggiare in tempi difficili per il popolo d’Israele, tanto che questo si ritrovava stanco e rassegnato…un po’ come oggi, che dopo due anni di pandemia, si respira un clima di forte scoraggiamento.
Serve prendere esempio da queste donne che, in modo diverso, hanno saputo scuotere i cuori perché erano rimaste vigilanti, deste!
A conclusione della giornata, dopo il trasferimento dalla barchessa alla cappella di casa madre, le sorelle presenti a Breganze hanno pregato solennemente il vespro, all’interno del quale hanno rinnovato i voti.
Grate per tanta ricchezza e ricolme di nuova speranza, ciascuna ha ripreso il cammino verso la propria comunità guardando in alto la luce ricevuta e custodendo nel cuore i tanti doni.