Il giorno dopo si fecero premura di farmi battezzare invitando per padrino lo zio Baggio Antonio di Breganze, che durante la sua vita ricordava sempre con piacere quel giorno fortunato. Dopo 5 giorni mi portarono ad Enego e là rimasi fino a che mia mamma mi condusse dagli zii ove sono ancora (avevo allora tre anni). (dalle Memorie di madre Giovanna)
Il giorno dopo si fecero premura… La tenera Giovanna, inizia il suo lungo viaggio proiettata in quella dinamica profetica dove “ il tempo è superiore allo spazio “ perché dal suo sbocciare alla vita, ogni minuto porta l’impronta del divino che tesseva la vita della piccola Giovanna già al suo albore; i genitori, poveri pastori, sulla via del ritorno ad Enego, dopo l’inverno trascorso in pianura col gregge, furono costretti a rifugiarsi, a Bolzano Vicentino, dove “piacque al Signore che venisse al mondo ”; la fecero battezzare li in quella Chiesa che ancora oggi conserva il Battistero delle origini, luogo, segno della prima impronta cristiana.
Mentre Dio tesseva la sua tenera vita, tesseva anche la vita degli amati Zii Baggio di Breganze che Padrini al Battesimo “ricordavano sempre con piacere quel giorno fortunato”.
E’ la “premura divina” presente nella storia di ogni sua creatura che troviamo in Maria quando si reca, in tutta fretta, dalla cugina Elisabetta, e nei Magi, uomini di scienza e di potere, alla ricerca del fanciullo appena nato, in una umile grotta di pastori. Quella premura che fa gustare la gioia piena di quando si raggiunge la meta e nello stesso istante apre a nuovi orizzonti.
Continuando la lettura della sua prima memoria, come un rintocco di campane il tempo, viene ad intessere un altro tratto della sua vita “cinque giorni dopo” facendosi custode di affetti e di saggi insegnamenti nella sua crescita ad Enego, paese dove visse i suoi primi anni.
Per Giovanna il tempo ritma l’oggi di Dio e lei cresce a passo di danza, scandita dall’alternarsi di prove e gioie, fatiche e speranze, umiliazioni e ripresa fiduciosa perché consapevole che ‘ il Maestro dell’anima sua ‘ armonizzava anche le note più stonate e che tutto conduceva a buon fine.
Quel lontano 23 maggio 1868, giorno natale di M. Giovanna, è come un faro continuo di luce per noi, via tracciata da Dio che ci vede ancora oggi camminare sulle sue orme, proiettate verso il futuro e ci spinge ad essere donne incarnate nella storia e come tali essere, nel quotidiano, generatrici di vita e di speranza.
sr. Letizia Feltrin e sr. Natalina Edda