Grande sciagura colpì la nostra povera compagnia: dopo grandi sofferenze e tribolazioni oggi 2 marzo 1918 ore 3 pomeridiane nel momento in cui le campane suonavano a festa, perché era di sabato, spirò la venerata Superiora e Fondatrice Giovanna Meneghini, di vita esemplare e di carattere mite, circondata dalle sue quindici figliuole spirituali, lasciandoci nel dolore più intenso, sapendo di aver perduto non un essere qualunque, ma un angelo di bontà e di carità.
La sua salma restò sopra terra due giorni, e il suo corpo restò flessibile che pareva vivesse ancora, a dirci tante cose. Dalla sua bocca usciva un profumo non mai sentito. I bambini non avevano timore di appressarsi al letto della cara estinta, le prendevano le mani e le baciavano…
Dalle Memorie di Luigia Viero
Questa pagina tratta dal Diario di Madre Luigia Viero, sembra farci vivere in diretta (oggi!) il giorno e l’ora esatta in cui Madre Giovanna chiuse gli occhi a questa terra per aprirli in Cielo. E’ un racconto pieno di dettagli preziosi, che vanno oltre la cronaca dei fatti. Leggendoli si coglie lo sgomento che colpisce e scuote, come una grande sciagura, il germoglio appena nato dal grande albero piantato da Sant’Angela Merici nel mistico giardino della Chiesa. Leggendoli si sente la desolazione che disperde un ancor tenero gregge (15 figliuole raccoltesi in Breganze a farvi vita comune). Eppure, in quella tristissima ora, irrompono note festose. Sono le campane di Breganze che suonavano a festa per annunciare l’inizio liturgico della domenica. Madre Luigia Viero con quest’annotazione apparentemente marginale dice qualcosa di grande: la morte di questa donna è una festa per il Cielo, è una luce che si accende nella Chiesa, è un canto di gloria che sale dalla terra al Cielo..
Il dolore è intenso per la perdita di una madre, di una sorella, di un’amica. Lo è ancor più quando ci si rende conto di aver avuto accanto un angelo di bontà e carità. Da una vita così si espande un profumo mai sentito. Di Madre Giovanna si potrebbe dire ciò che Pietro disse di Gesù: “Egli passò sanando e beneficando tutti!”. La vita passa ma come passa? I Santi avevano il desiderio di passare la vita facendo del bene…di passare la vita ad ascoltare Gesù e persino di passare il Cielo spargendo rose di bontà sulla terra. In un tempo come il nostro dove ci si cura sempre più di non passare inosservati sulla scena di questo mondo; dove tutto, anche la vita intima, viene gettato nel tragicomico palcoscenico dei social network, queste vite nascoste con Cristo in Dio colpiscono! E ci attirano! Segno è che il nostro cuore è fatto per passare la vita facendo del bene davvero. Dal corpo di Madre Giovanna, dal corpo della sua vita, delle sue parole, dei suoi gesti, vien fuori, come buon profumo, il vero senso e il fine di un’esistenza umana: l’amore. Essere qui, oggi, per amare, per fare del bene, come ci è possibile farlo, è un balsamo che scende sulle ferite; è ciò che rende ragione della grandezza della persona umana, della sua intelligenza e della sua libertà.
sr. Lucia Antonioli